Il caso

Porto Cesareo, con l'elica dello scooter subacqueo devasta il fondale a caccia di metalli sommersi: denunciato 36enne

L'uomo, originario di Ugento, avrebbe creato buche profonde fino a un metro in una zona a tutela speciale. Sequestrata l'attrezzatura

Nella mattinata di martedì 9 dicembre gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Nardò, insieme al personale dell’Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Torre Cesarea, sono intervenuti nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo dopo una segnalazione dell’ente gestore e degli Ispettori Ambientali Comunali di Legambiente Porto Cesareo.

Le forze dell’ordine hanno individuato e denunciato un uomo di 36 anni, originario di Ugento, sorpreso mentre effettuava uno scavo subacqueo illegale all’interno della riserva, in una zona sottoposta a stretta tutela per il suo valore storico, archeologico e ambientale.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe scavato diverse decine di metri quadrati di fondale marino utilizzando impropriamente il suo scooter subacqueo. La potente elica del mezzo gli avrebbe permesso di generare ampie buche, profonde anche un metro, con l’obiettivo di cercare e raccogliere metalli sommersi.

Una condotta particolarmente dannosa, che compromette habitat fragili della Riserva di Stato e viola norme nazionali e internazionali poste a tutela degli ecosistemi marini più delicati.

Per questi motivi il 36enne è stato denunciato a piede libero ai sensi degli articoli 19 e 30 della legge 394/1991 e dell’articolo 734 del codice penale. L’attrezzatura utilizzata per lo scavo è stata sequestrata.

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