Dopo il femminicidio
Andria, piantati primi alberi del bosco dedicato a Enza Angrisano: «Il nome vivrà in eterno»
Alla cerimonia che si è svolta oggi hanno partecipato la sorella della vittima e il figlio maggiore, di 12 anni
ANDRIA - «L'idea è nata ieri mattina ed è stata subito condivisa dal direttivo e dalla assemblea dei soci del forum. Così questo parco urbano, il primo della città, sarà intitolato a Vincenza Angrisano». Lo dichiara Giovanni Massaro, presidente del forum ambiente e salute Rispetta Ricorda Andria a margine della piantumazione dei primi alberi e arbusti in via Cerruti che daranno vita al bosco urbano che porterà il nome della donna di 42 anni uccisa dal marito ad Andria una settimana fa. Alla cerimonia hanno partecipato il maggiore dei due figli della vittima, un bimbo di 12 anni, e la sorella.
Il bosco è stato realizzato grazie anche alla collaborazione degli utenti del centro di salute mentale della Asl Bat che hanno seguito il progetto. Ognuno dei 120 tra alberi, piante e arbusti che compongono il bosco «portano i nomi dei cittadini di Andria che li hanno donati- spiega Massaro- nello scorso Natale abbiamo fatto una raccolta fondi per acquistare le piante e la cittadinanza ha risposto con grande partecipazione. Ripeteremo l'iniziativa per il prossimo Natale in modo da creare altri boschi urbani». «L'amministrazione comunale è già concorde nella creazione di altre aree verdi come questa di via Cerruti e presto quindi avremo altre zone in cui dare vita a parchi urbani», conclude Massaro.
LE PAROLE DELLA SORELLA: COSI IL SUO NOME VIVRA'
«Così rimarrà sempre vivo il nome di mia sorella». Lo ha dichiarato Maria Angrisano, sorella di Vincenza la 42enne uccisa dal marito ad Andria lo scorso 28 novembre, a margine della cerimonia di piantumazione di alberi che comporranno il primo bosco urbano della città e che è stato dedicato alla vittima. «Voglio dire grazie a tutti coloro che ci stanno aiutando», ha continuato stringendo accanto a sé il nipote di 12 anni, figlio maggiore della 42enne.
«La presenza di una sorella e di uno dei figli di Enza è molto bella», ha aggiunto la sindaca di Andria, Giovanna Bruno. "La nostra comunità ha condiviso la scelta del forum di dedicare alla memoria di Enza questo spazio che è inteso come riqualificazione, come presa in carico, come prendersi cura», ha concluso la prima cittadina spiegando che «questo seme piantato in terra, una volta morto poi germoglia e germoglia a vita eterna che è vita di speranza».
«Credo che sia tempo di riflettere. Il funerale che ieri si è celebrato a Padova per Giulia Cecchettin ci dice, come ha detto anche il papà di Giulia nel discorso finale, che dobbiamo tornare a educare, dobbiamo tornare a educare nel profondo della nostra vita famigliare». Lo ha detto l’arcivescovo di Bari e Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, a margine delle celebrazioni per San Nicola. Rispondendo a una domanda sulla necessità di pace a causa dei conflitti in corso, Satriano ha spiegato che «dobbiamo dichiarare la nostra avversione alla guerra ma l’avversione alla guerra si costruisce nei piccoli passi dei nostri vissuti quotidiani sapendo rinunciare a logiche di possesso, a logiche consumistiche, a quella logica dello scarto che svaluta la vita e la dignità degli altri, oppure ce la fa vedere come una realtà di conquista sulla quale esercitare tutto il potere della nostra vita. Ma così non è».
«La dignità dell’altro è un valore sacro, è una terra sacra che - ha aggiunto- dobbiamo saper solcare a piedi nudi e con grande attenzione e amore». «Tutti siamo chiamati a un atteggiamento di profonda revisione dei nostri stili di vita, del nostro modo di incontrare l’altro», ha proseguito l'arcivescovo. «Problemi come quello vissuto da Giulia e dalla donna di Andria che è stata uccisa dal proprio marito, erano già presenti anche nel passato ma ora stanno diventando in maniera esponenziale devastanti e questo è un allarme rosso che non possiamo disattendere», ha dichiarato Satriano che sulla manifestazione che questa sera ad Andria vedrà gli uomini in piazza contro la violenza di genere ha spiegato che «opportune sono queste manifestazioni come chiare e luminose sono state le parole del papà di Giulia. Credo comunque che sia importante tornare ad innamorarci della nostra vita e della vita di chi ci vive accanto».