emergenza coronavirus

Conversano, suore di clausura in campo contro il Covid 19: cuciono mascherine

Antonio Galizia

Le Crocifisse sfornano i dispositivi utilizzando il cotone destinato a confezionare le coperture degli altari

CONVERSANO - Sono sicure per la salute e benedette. Ricavate dal tessuto in cotone puro di alta qualità destinato agli altari del Santuario di San Cosma, in terital e film sottile in polietilene.

Nel monastero delle Suore Crocifisse dell’Ordine dell’Eucaristia di Conversano, dietro una macchina da cucire Singer di oltre 80 anni, ben funzionante, a produrre mascherine ci sono le suore. Con una organizzazione da far invidia a una fabbrica, hanno allestito un laboratorio di sartoria nel refettorio della scuola dell’infanzia nel quale si alternano 9 monache, fedeli al motto «Ora et labora». «In farmacia i preziosi dispositivi di difesa dal virus sono introvabili - spiega la madre superiora suor Marilou Corvero, italo-filippina, da 20 anni alla guida del monastero costruito dagli Acquaviva d’Aragona -. Di qui la necessità di produrli in casa». A dare il ritmo alle laboriose sorelle ci pensa lei, suor Marilou: «La sartoria non fa parte delle attività che svolgiamo normalmente - spiega - ma tutte abbiamo sentito il desiderio di fare qualcosa che accompagnasse la preghiera, così non abbiamo esitato a produrne per donarle a chi ne ha bisogno».

Siccome l’organizzazione è tutta in un monastero, per prima cosa sono stati divisi i ruoli: «C’è chi cuce, chi taglia il tessuto, chi prepara l’elastico, chi stira e chi disegna l’arcobaleno col messaggio di speranza “Tutto andrà bene”», afferma la superiora.
Quanto alla qualità delle mascherine, nulla da invidiare a quelle che si vedono comunemente in giro: «Non parliamo di mascherine chirurgiche - precisa - ma di quelle in uso alla popolazione. Tuttavia il tessuto è resistente, di buona qualità e lavabile».

Tutta la comunità è coinvolta e tutte le sorelle danno un grande contributo. Ieri hanno completato le prime 60, «ora stiamo lavorando a una seconda tranche». Non esistono ordinativi o tempi da rispettare: «Le produrremo - spiega la madre superiora - fino a quando si esaurirà il tessuto destinato agli altari. Contemporaneamente aumenteremo anche i momenti di preghiera perché il Signore dica presto basta a questa piaga. Noi Suore Crocifisse adoratrici dell’Eucaristia viviamo la nostra consacrazione esprimendoci in una duplice dimensione». Cioè? «Quella contemplativa e quella apostolico-operativa. Infatti, in questi giorni - afferma -, ci siamo dedicate molto alla preghiera per tutta l’umanità perché venga protetta da questo Covid-19, mentre la nostra vita apostolica che prima dell’emergenza esprimevamo come educatrici nella scuola dell’infanzia, ora la esprimiamo concretamente facendo le mascherine e producendo ostie, con la speranza che tutto andrà bene».

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