la commemorazione

Carbonara ricorda Gaetano, vittima innocente di mafia nel 2003

Redazione online

Il sindaco Antonio Decaro a 16 anni dall'omicidio ha deposto una corona di fiori sulla lapide in piazza Umberto I

BARI - Sono passati 16 anni dall'omicidio di Gaetano Marchitelli, giovane vittima innocente di mafia, ammazzato per errore nel 2003 nel corso di un regolamento di conti a Carbonara. Questa mattina il sindaco Antonio Decaro e la presidente del Municipio IV Grazia Albergo hanno deposto una corona di fiori sulla lapide che ricorda il giovane, in piazza Umberto I, proprio a Carbonara.

“Oramai sono passati 16 anni - ha detto il sindaco - Gaetano ne aveva solo 15 quando l’hanno ammazzato, qualcuno dice che quella sera era nel posto sbagliato. Ma in realtà non esistono posti sbagliati, perché ognuno di noi deve essere libero di andare dove vuole. Esistono, invece, persone sbagliate, quelle che lo hanno ucciso, persone per le quali la vita degli altri, la vita di un innocente, non vale niente. Gaetano 16 anni fa è stato ucciso a causa della guerra tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola, ed è di ieri la notizia che l’organizzazione dei Di Cosola è stata definitivamente spazzata via con la notifica di 40 ordini di carcerazione, 20 dei quali nei confronti di persone già detenute. Restano gli Strisciuglio, che stanno provando a recuperare terreno, a Bari e in altre città del barese, ma sono sicuro che le Forze dell’Ordine e la Magistratura riusciranno a cancellare anche loro dal nostro territorio e dalla nostra comunità. Una comunità che deve trovare la forza di reagire: ritrovarci insieme, anno dopo anno, per ricordare Gaetano significa dire che non dimentichiamo l’omicidio di un ragazzo giovanissimo, un ragazzo per bene, che studiava e che faceva piccoli lavoretti per guadagnarsi da vivere e non gravare sulla sua famiglia.

Oggi Gaetano avrebbe avuto 31 anni e, sebbene niente potrà restituirlo ai suoi genitori, Vito e Francesca, il nostro essere qui equivale a ribadire che non abbiamo nessuna intenzione di voltare la faccia dall’altra parte quando incontriamo quelle persone, quelle persone che estorcono, taglieggiano, ricattano e uccidono. Per questo è importante denunciare, come hanno fatto gli imprenditori che con la loro testimonianza hanno inchiodato gli affiliati al clan Di Cosola. È importante denunciare, anche in forma anonima, non solo per se stessi, ma per un’intera comunità che vuole affermare che ogni vita ha valore e che quello che è accaduto a Gaetano non deve più ripetersi”

(foto Luca Turi)

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