Handicap 4.0

Quei robot che aiutano i disabili

Michele Pacciano

Ho sempre pensato che per vivere bene, un disabile debba nascere ricco. Perché  il dramma esplode quando si diventa adulti.  O peggio, Anziani.  Un po'  per l'usura muscolare e per la riduzione dei margini di autonomia, ma soprattutto per il venir meno dell'assistenza dei genitori. 

È dura abituarsi all'idea di un badante, o peggio di un istituto, che, nei casi più complessi, potrebbe anche deprivare il soggetto disabile  di buona parte delle proprie capacità, cosiddette residue, tanto da indurre una regressione,  anche neuromotoria.

 Oggi ci aiuta la tecnologia e la robotica.  Ci sono robot che aiutano i disabili a passare dalla carrozzina al letto, a mangiare, ad ascoltare musica e in alcuni casi anche a conservare una capacità lavorativa.

Il problema rimane quello dei costi, che ancora oggi si rivelano esorbitanti e non tutti, anzi quasi per nulla, vengono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale.

 Allora tanto vale affidarsi  al solito vecchio passaparola e sperare che Dio ce la mandi buona, quando puoi permetterti un badante, o, come si dice adesso un Care Giver. 

Una boccata d'ossigeno, burocrazia a parte, può venire dai bandi Provi e dai progetti regionali per una vita indipendente, che assicurano la possibilità di un assistente personale.

La seconda tornata di domande,  in Puglia, può essere presentata entro giugno, fidando che la tecnologia progredisca sempre più e arrivi a prezzi accessibili.

 

 

Privacy Policy Cookie Policy