Fritto Misto

La terra ruota attorno al sole: su questo, almeno, siamo d'accordo?

Francesco Donato

Attenzione: gli argomenti che state per leggere sono ad alto contenuto satirico

BARI - Attenzione: gli argomenti che state per leggere sono ad alto contenuto satirico. Potrebbero urtare le vostre coscienze. Due fatti. Il 19 aprile di 80 anni fa alcuni giovani ebrei del ghetto di Varsavia vinsero alla lotteria della vita dopo le deportazioni di massa nei campi di concentramento, e decisero ad un certo punto di imbracciare le armi e combattere contro i nazisti. Fu la prima rivolta urbana in una Europa assediata dal nazifascismo. Secondo fatto. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha usato recentemente il termine “etnia” (più precisamente “sostituzione etnica”) in un discorso.

Due argomenti totalmente scollegati, sia chiaro, e i fatti di Varsavia sono di anni lontanissimi, eppure il termine “etnia” ce lo ritroviamo nei trend topic della settimana. Chi è Francesco Lollobrigida? Parente lontano di Gina, ne condivide evidentemente l’amore per il palcoscenico. Entra in politica sin da giovane, si laurea in giurisprudenza presso l’università telematica Niccolò Cusano, ed è il cognato di Giorgia Meloni: un curriculum perfetto per poter aspirare ad essere un ministro della repubblica italiana. Intervenuto in un convegno della Cisal, in merito al tema del calo demografico e mettendolo in relazione ai flussi migratori (come se una coppia non facesse un figlio perché un barcone è appena sbarcato a Pozzallo) ha testualmente detto “no alla sostituzione etnica, dobbiamo pensare all’Italia di dopodomani incentivando le nascite”, che è come dire “no alla panna sulle fragole, dobbiamo pensare a che ingredienti mettere sulla pizza”.

Due temi differenti, quello dei migranti e del calo delle nascite. Più che pensare a cosa fare dopodomani, dovremmo pensare ad oggi perchè non sappiamo ancora cosa mettere sulla tavola al pranzo del Pnrr. In seguito, Lollobrigida, da politico intelligente e navigato, ha candidamente ammesso: “Teoria complottista? Non sapevo.” Abbiamo due mondi che si muovono e ruotano sul loro asse intersecandosi, viaggiando dal passato al presente al futuro ogni ora, ogni giorno, in questi anni. Un mondo che non è riuscito ancora ad assimilare e a padroneggiare eticamente i social, in cui c’è gente che ancora invia il proprio numero di carta di credito ad un nigeriano molto ricco che avrebbe bisogno di spostare all'estero del denaro con la massima discrezione; un mondo in cui l’intelligenza artificiale ha gabbato tutti vincendo pochi giorni fa il Sony World Photografy Award, suscitando risate e pensieri grigi per il prossimo futuro allo stesso tempo; un mondo dove un abitante su tre proviene da Cina o India, che vivono con gli standard ambientali di una vecchia Fiat Uno turbo dell’ ‘88, un mondo in cui neanche un ministro riesce a distinguere una fake news da una tesi attendibile.

Poi c’è un altro mondo, quello dove la trasformazione energetica con uno sguardo corretto rispetto all’ambiente è finalmente in atto, un mondo dove l’aids che ha stravolto le vite di intere famiglie negli anni 80 è diventata un male curabile, dove il cancro potrebbe essere sconfitto nel medio termine, dove la figura della donna lotta giornalmente con la parità di genere, dove i ragazzi non hanno mai utilizzato nel linguaggio quotidiano il termine “etnia” e lo ricordano nei libri di storia, un mondo talmente bello dove il Napoli potrebbe vincere lo scudetto 33 anni dopo.

Le teorie del complotto come quella della sostituzione etnica fanno parte di un mondo fatto di fake news. Quelli che sentono di essere più vicini all’altro mondo, quello di un futuro edificante, quello delle notizie verificate da fonti certe, possono iniziare a fare i complimenti agli amici napoletani per il tricolore. Scaramanzia permettendo.

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