Aveva 72 anni

Morto Flavio Bucci, fu Ligabue in tv

Redazione online

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E' morto Flavio Bucci, indimenticabile interprete e attore noto per il personaggio di Ligabue e numerosi film come il «Marchese del Grillo»

Morto, a 72 anni, Flavio Bucci, interprete e attore noto per il personaggio di Antonio Ligabue e decine di film come il «Marchese del Grillo».

«Quando un artista se ne va lascia sempre un gran vuoto. Mi dispiace molto della scomparsa dell’attore Flavio Bucci - scrive su Facebook il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino - che da anni risiedeva a Passoscuro. Tutti lo ricordano in alcuni suoi ruoli memorabili in film altrettanto indimenticabili: penso al "Marchese del Grillo", accanto a Sordi, a "Suspiria" del maestro del terrore Dario Argento, a "Il divo" di Paolo Sorrentino, solo per citarne alcuni. Un grande caratterista, di quelli che hanno fatto grande la cinematografia italiana. Esprimo le condoglianze mie e dell’Amministrazione ai familiari e amici».

A trovare Flavio Bucci stamane, martedì 18 febbraio 2020, attorno alle ore 9 privo di vita e riverso sul pavimento della casa di Passoscuro una persona che aveva accesso all’alloggio e che poi ha dato l’allarme. Inutili i soccorsi da parte del personale del 118 arrivato sul posto. L’attore, che aveva 72 anni, era già morto.

Grande attore di teatro e di cinema, nato a Torino il 25 maggio 1947 da una famiglia molisano-pugliese - madre originaria di Casacalenda, piccolo centro in provincia di Campobasso, e padre di Orta Nova, in provincia di Foggia - Flavio Bucci è assurto alla fama popolare per due interpretazioni: il pittore naif Antonio Ligabue nello storico sceneggiato tv della Rai diretto da Salvatore Nocita e don Bastiano nel film «Il marchese del Grillo» di Mario Monicelli.

Formatosi professionalmente presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, fu chiamato al cinema da Elio Petri, uno dei registi di punta del movimento neorealista italiano. L’esordio risale al 1971 con il film «La classe operaia va in paradiso». Petri volle poi Flavio Bucci protagonista in «La proprietà non è più un furto» nei panni di Total, un giovane impiegato di banca allergico al denaro che diventa ladro per ideologia. Il 1977 fu l’anno di «Ligabue», produzione Rai che diede all’attore la possibilità di farsi conoscere al pubblico televisivo. Tornerà poi a lavorare con Nocita nei «Promessi sposi» del 1989. Ma troviamo Bucci nella «Piovra» di Damiano Damiani, del 1984, e in «L'avvocato Guerrieri - Ad occhi chiusi» Alberto Sironi, del 2008.

Flavio Bucci lavorò con i più grandi maestri del cinema italiano affermandosi come interprete di talento. Prese spesso i panni di personaggi irregolari, a volte emarginati. Celebre quello di Don Bastiano ne «Il marchese del Grillo» con Alberto Sordi, il prete che prima di essere impiccato, sul patibolo, pronuncia uno dei discorsi più divertenti del cinema italiano. Ma troviamo Bucci anche nel cast di «Tex e il signore degli abissi», in «Secondo Ponzio Pilato», «Teste rasate», «Il silenzio dell’allodola». Nel film «Il divo» di Paolo Sorrentino del 2008 interpretò il politico Franco Evangelisti.

Flavio Bucci indicava come suoi maestri Gian Maria Volontè ed Elio Petri. «Gian Maria mi ha trattato come un fratello minore, Petri come un figlio. Sono state due persone fondamentali», raccontò. E non negava il peso della sua espressione, volto asimmetrico, occhi grandi. «La mia faccia ha contato. Un attore è parole e fisicità».

Flavio Bucci ha manifestato passione per il lavoro, invitando a non prendersi mai davvero sul serio. «Ringraziamo Iddio che si possa fare ancora questo mestiere - disse - che si possa vivere in un pese libero e democratico che ci consente di fare questo mestiere come un grande gioco. L’attore e il regista sembrano davvero un gioco dei bambini. Il cinema e il teatro uno li farebbe tutta la vita. Ti riempiono in una maniera incredibile».

Negli ultimi anni Flavio Bucci ha avuto difficoltà economiche ed è stato costretto a vivere in una casa famiglia sul litorale di Fiumicino. Due anni fa, a margine della presentazione del docufilm sulla sua vita diretto da Riccardo Zinna dal titolo «Flavioh» raccontò di essere rimasto senza soldi e solo, pur avendo due ex mogli, tre figli e la mamma ancora in vita, e di aver speso tutto in alcol e droghe.

Morto Flavio Bucci: «Teatro del Loto» di Ferrazzano, siamo sgomenti - «Con sgomento e dolore abbiamo appena appreso della scomparsa di Flavio Bucci. Al «Teatro del Loto» di Ferrazzano (Campobasso) ci apprestavamo felici ad accogliere, insieme al Teatro Rossetti di Vasto (Chieti), nel prossimo fine settimana, il suo ultimo lavoro teatrale. Un lavoro che raccontava con appassionata lucidità e bellezza l'ascesa professionale e le cadute e le risalite umane di un grande artista quale Flavio è stato». È quanto si legge in un post su Facebook del «Teatro del Loto». «A lui, che era d’origine della nostra terra, va il grande applauso che ci è restato soffocato nel cuore. A tutti i parenti e gli amici il nostro abbraccio commosso per la scomparsa di un grande attore e di un grande uomo».

Morto Flavio Bucci: Cotugno, Molise non ti dimenticherà - «La scomparsa di Flavio Bucci ci addolora e ci porta via un interprete straordinario del cinema italiano. Lo aspettavamo nella sua Casalacenda (Campobasso) per regalarci, come sempre, emozioni e spunti importanti di riflessione della vita di tutti i giorni». Così il vicepresidente della Regione Molise, Vincenzo Cotugno, nel messaggio di cordoglio per la morte dell’attore. «Il 6 dicembre 2015 - ricorda Cotugno - da presidente del Consiglio regionale, gli conferii l’onorificenza di 'Ambasciatore dei molisani nel mondò nel corso della 'Prima Giornata dell’Emigrazione molisanà. E’ stato un grande attore, un molisano doc nella tempra e nella caparbietà, doti che risaltano nella sua quarantennale carriera cinematografica e teatrale. La tua regione non ti dimenticherà mai».

Tv: RaiPlay rende omaggio a Flavio Bucci, con 4 sceneggiati - RaiPlay rende omaggio all’attore Flavio Bucci, scomparso all’età di 73 anni, proponendo in home page lo sceneggiato del 1977 «Ligabue». Fu trasmesso da Rai1 in 3 puntate, dal 22 novembre al 6 dicembre nel 1977 e racconta la storia tormentata e visionaria del pittore «naïf» Antonio Ligabue (1899-1965), che visse, prima di essere scoperto e celebrato, un’esistenza dolorosa segnata da solitudine e disagio psichico. Tra gli interpreti di questo sceneggiato biografico, oltre all’indimenticabile Flavio Bucci nel ruolo di Ligabue, ci sono Pamela Villoresi, Giuseppe Pambieri e Alessandro Haber.

RaiPlay ripropone anche «Don Luigi Sturzo», del 1981, una miniserie televisiva in 3 puntate andata in onda su Rai1. Lo sceneggiato racconta la vita di uno dei più importanti protagonisti del cattolicesimo democratico del '900: Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, antifascista, esule, ispiratore della Democrazia Cristiana. Interpretato da un convincente Flavio Bucci con la regia di Giovanni Fago.

E' disponibile anche «Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" del 1983, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Emilio Gadda, una miniserie in 4 puntate per la regia di Piero Schivazappa. Al centro dello sceneggiato le indagini del commissario Francesco Ingravallo, alle prese con il furto di gioielli della contessa Menegazzi e con l’omicidio della signora Balducci. Il commissario è interpretato da Flavio Bucci.

Un altro titolo disponibile su RaiPlay è: «Le due vite di Mattia Pascal» del 1985, versione televisiva integrale della rilettura de «Il fu Mattia Pascal» (1904) di Luigi Pirandello (1867-1936), realizzata da uno dei più importanti registi italiani del secondo '900: Mario Monicelli. «Le due vite di Mattia Pascal" andò in onda su Rai1 in due puntate della durata complessiva di 150 minuti il 9 e 10 settembre del 1990. Tra gli attori del film ci sono Marcello Mastroianni, Flavio Bucci e Laura Morante, mentre le musiche sono di Nicola Piovani e la regia è di Mario Monicelli.

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