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Droga da Albania e Olanda, sgominata banda: 19 arresti, sequestro da 34 milioni, i «corrieri» fino a Bari

Droga da Albania e Olanda, sgominata banda: 19 arresti, sequestro da 34 milioni, i «corrieri» fino a Bari

 
Redazione online

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In carcere 14 persone, 5 ai domiciliari. 65 indagati in tutto, sequestrati cocaina, eroina, hashish e marijuana

Giovedì 16 Novembre 2023, 13:31

Un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti, composta da cittadini italiani e albanesi, con il sequestro di cocaina, eroina, hashish e marijuana per un valore di oltre 34 milioni di euro, più un milione in contanti, è stata sgominata dalla Guardia di Finanza, al termine di un’indagine condotta dal Nucleo di Polizia economica di Padova e dello Scico, coordinati dalla procura distrettuale di Venezia.

In un blitz avvenuto stamani sono stati arrestati 19 indagati, di cui 14 sono finiti in carcere e 5 - uno residente in Germania - agli arresti domiciliari. Durante le indagini sono state arrestate in flagranza altre 17 persone, ritenute «corrieri» della droga, nel Nordest e lungo la dorsale adriatica, da Bergamo a Bologna a Udine, da ancona ad Arezzo fino a Bari. Altre perquisizioni sono state svolte a Treviso, Venezia, Monza Brianza e Ravenna. In tutto sono 65 gli indagati a vario titolo. La droga giungeva dall’Olanda, attraverso la Germania, e dall’Albania, fino al territorio nazionale. A capo del sodalizio, secondo gli investigatori, un cittadino albanese residente a Ponte di Piave (Treviso).

Le indagini sono partite dall’arresto di una coppia nel gennaio 2020, con il sequestro di 2 chilogrammi di eroina. Con intercettazioni e analisi dei tabulati telefonici è stata ricostruita la 'filierà del narcotraffico, con il coinvolgimento di altri cittadini albanesi e i numerosi corrieri, con due basi logistiche nel Veneto orientale, a Eraclea e Musile di Piave (Venezia). L’organizzazione usava cellulari criptati e un sistema di messaggistica cifrato e non intercettabile, gestendo così gli ordini dei clienti e ricercando autisti.

La Procura lagunare ha disposto gli accertamenti patrimoniali mediante il sistema «Molecola», ideato e sviluppato dallo Scico, che ha permesso di risalire a beni per un milione di euro, tra cui una società svizzera che produceva e coltivava la canapa, intestata formalmente alla moglie del 'capò, sette edifici e diverse automobili di pregio, tutti sequestrati.

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