Agricoltura

Puglia falcidiata dal maltempo con ciliegie spaccate dalla grandine e ortaggi sott'acqua: l'allarme della Cia

Redazione online

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Per molti agricoltori, quest’ultima calamità in ordine di tempo assume contorni drammatici, anche perché le conseguenze del maltempo vanno a sommarsi a una stagione già funestata da un inverno siccitoso

«Ciliegie spaccate dalla grandine e buttate a terra dal vento, vigneti falcidiati dal maltempo, ortaggi sott'acqua per l’allagamento dei campi, alberi da frutto con i rami spezzati: la Puglia dell’agricoltura si risveglia con le ossa rotte dopo un fine settimana che, in alcuni casi, è riuscito a spazzare via il lavoro di un anno».

A fare la fotografia dei danni causati dal maltempo è Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia-Agricoltori Italiani della Puglia, che ha raccolto le segnalazioni arrivate tra sabato e domenica.

«Particolarmente impressionante - spiega - il video girato da un agricoltore di Ruvo, con le immagini della violenta grandinata che si è abbattuta su un ciliegeto: in poche ore, il video ha raggiunto circa 300mila persone con decine di commenti improntati allo sgomento e allo sconcerto per un’altra calamità arrivata sul territorio come l’ennesima mazzata per le imprese agricole. Impressionanti anche le immagini arrivate da Soleto, nel Salento, con i cumuli di grandine ammassati lungo le strade e i chicchi di ghiaccio a invadere i campi».Pioggia, grandine e vento, osserva Carrabba, «si sono abbattuti a macchia di leopardo e con incidenze diverse su tutta la Puglia, dalla Capitanata alla Bat, dal Barese alle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Per molti agricoltori, quest’ultima calamità in ordine di tempo assume contorni drammatici, anche perché le conseguenze del maltempo vanno a sommarsi a una stagione già funestata da un inverno siccitoso e dalle gelate tardive che colpirono la Puglia lo scorso marzo». Secondo la Cia-Agricoltori Italiani della Puglia, «il governo nazionale e l’Europa devono convincersi che, per uscire dal ciclo maledetto degli ultimi 5-6 anni, occorrono riforme radicali, soprattutto per quanto riguarda la facilitazione dell’accesso alle risorse e a un sistema delle assicurazioni calato sulla nuova e drammatica realtà dei cambiamenti climatici».

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