l'appello

Padre Romanelli da Gaza: «Qui manca tutto, dall'acqua ai medicinali»

This browser does not support the video element.

Il parroco della Sacra Famiglia a Gaza invia un videomessaggio alla Fondazione «L'Isola che non c'è»: «ai bambini di Gaza sia conferito il premio Nobel per la pace»

BARI - Nella Striscia di Gaza «la situazione continua a essere molto grave, ci sono bombardamenti dappertutto, quindi morti e distruzione. Il pericolo per tutta la popolazione mette molta paura nei civili, che siamo la maggior parte dei cittadini della Striscia di Gaza, parlo di oltre un milione di persone nella sola città di Gaza». Lo afferma padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, in un videomessaggio alla Fondazione 'l'Isola che non c'è' che chiede di conferire il premio Nobel per la pace ai bambini di Gaza. «A Gaza manca di tutto, manca cibo, acqua, medicinali, energia», scandisce il parroco con tono provato.

«Noi - aggiunge padre Romanelli - continuiamo a cercare di fare del bene con i nostri 450 rifugiati e cerchiamo di capire in quale maniera possiamo aiutare di più, che è non solo il desiderio ma anche l’azione in atto da mesi da parte del patriarcato latino di Gerusalemme e del cardinale Pierbattista (Pizzaballa, ndr), per aiutare questa povera gente a cui manca davvero di tutto: a Gaza manca di tutto, manca cibo, manca acqua, manca ciò che serve per produrre energia, per pulire le strade, per ricostruire, mancano i medicinali e c'è un caldo terribile che in questi giorni ha raggiunto i 50 gradi».

«La popolazione - aggiunge - è sotto le tende. Chi è nella città di Gaza è nelle case un po' distrutte, ma ha qualche parete in cemento, ma quelle le perderanno perché si dovrà completare il piano di spostamento di tutti i cittadini». «Noi stiamo bene e aiutiamo i nostri ammalati e gli anziani, che sono particolarmente deboli, come i bambini e i disabili. Che il Signore ci conceda il dono della pace e grazie a tutti coloro che lavorano per la pace», conclude. 

Privacy Policy Cookie Policy