l'idea
Kess'art, fare aperitivo creando: a Bari la nuova frontiera della «movida»
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Micaela Fiore, 27 anni, vuole «riempire i momenti di vuoto» tra uno spritz e l'altro: basta pose da Instagram, spazio alla creatività
Unire il momento dell’aperitivo alla creazione artistica. È questa l’idea alla base di Kess’art, fondata dalla 27enne Micaela Fiore che oggi, tra addii al nubilato e momenti di condivisione in spiaggia o nel centro di Bari, ha portato nel capoluogo pugliese un’experience che ha una missione principale: connettere le persone. Riempire quei momenti di vuoto tra uno spritz e l’altro, fatti di silenzi e scrolling infiniti tra Instagram e TikTok. Kess’art, per dirla in breve, «costringe» le persone a mettere le mani in pasta con la creazione di una candela, con la pittura, con il cucito, la ceramica e tanto altro (sempre sotto la guida di un esperto). Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino. «Kess’art è nata ufficialmente nel 2024 - racconta Micaela, che nella vita è anche una giovane mamma -, ma ci ho impiegato circa un anno per metterla su con tutte le mie forze, per inventarmi qualcosa di nuovo, offrire qualcosa di diverso alla mia città. E dire che è iniziato tutto con una bugia! Alla prima location e alla prima “maestra” di ceramica ho detto di essere un’organizzatrice di eventi di lungo corso per convincerla a venire…»
Progetti del genere sono all'ordine del giorno nel Nord Italia, ma non al Sud né tantomeno a Bari, dove si promuove spesso l'idea di turismo esperienziale. Esperienze che, in questo caso, coinvolgono i residenti, o i ragazzi trasferitisi per lavoro che cercano nuove connessioni («Qualcuno è venuto da solo, sono nate tante amicizie, coppie non ancora», scherza Micaela).
«Avevo mille idee - continua la giovane imprenditrice - ma alla fine ho deciso di concentrare la mia attenzione sulla mia generazione, quella dei trentenni insomma. Ad accendere la miccia è stata la morte del mio migliore amico: ho capito che i miei coetanei, durante i momenti di socialità come un aperitivo, troppo spesso pensano alla posa, agli argomenti di conversazione futili, e raramente connettono tra di loro. Ecco, è per quel tipo di “movida” che ho pensato Kess’art. Voglio portare i ragazzi a lasciare il cellulare e a guardarsi negli occhi, a parlarsi davvero. Alla movida barese non penso manchino le idee. Penso manchi il coraggio».