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Bari, lavoratori Lidl in sciopero: «Troppo carico di lavoro e troppi contratti part-time»

 
Redazione online

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Mobilitazione indetta dopo oltre due mesi di trattative fallite per il Contratto Integrativo Aziendale

Sabato 24 Maggio 2025, 12:40

Anche i lavoratori Lidl di Bari si uniscono alla mobilitazione nazionale indetta dalle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: dalle 9 alle 12 i dipendenti si sono riuniti per un presidio di protesta dinanzi al Magazzino Lidl di Molfetta, in via Dell’Arte Bianca n. 5/A.

“La mobilitazione è stata indetta in quanto dopo oltre due mesi di trattative per il Contratto Integrativo Aziendale, l’azienda non ha accolto le proposte avanzate dal sindacato sul piano economico e dell’organizzazione del lavoro”, spiega il Segretario Generale della FILCAMS CGIL Bari, Antonio Ventrelli.

“Sul piano economico i sindacati hanno proposto di contrattare un salario variabile che al raggiungimento di obiettivi condivisi erogasse un premio di risultato ai lavoratori, la determinazione di una parte di salario fisso aggiuntivo da erogare tutti i mesi in busta paga, il riconoscimento di buoni pasto”, spiega Ventrelli.

Nessuna di queste proposte avanzate dal sindacato è stata presa in considerazione da LIDL che ha invece offerto 300 euro di buoni spesa e 100 euro lordi di una tantum da erogare una sola volta in busta paga.

“Tale proposta - afferma Ventrelli - mortifica la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di Lidl a cui invece andrebbe riconosciuto un valore economico apprezzabile, tenuto conto dell’andamento di LIDL, caratterizzato nel corso degli anni da crescita sostenuta del fatturato - LIDL Italia ha un fatturato di oltre 7 miliardi -, da ampliamento della quota di mercato nell’ambito della grande distribuzione e soprattutto da utili di bilancio rilevanti: negli ultimi 5 anni l’utile è stato di 1,3 miliardi di euro circa. Riteniamo che le lavoratrici e i lavoratori di LIDL siano i protagonisti principali di questi risultati e meritino la redistribuzione di parte degli utili che l’azienda fa ogni anno”.

L’altro tema su cui le risposte dell’impresa sono del tutto insufficienti è l’organizzazione del lavoro ed in particolare le criticità maggiori riguardano i carichi di lavoro, la programmazione e la certezza degli orari di lavoro, l’utilizzo massivo del part-time: circa il 75% del personale complessivo aziendale ha contratti part-time. “In buona sostanza, carichi di lavoro eccessivi ed estrema flessibilità rappresentano il modello organizzativo che LIDL impone ai suoi dipendenti – sottolinea Ventrelli-. Auspichiamo pertanto che l’azienda Lidl Italia srl riveda la propria posizione e si renda disponibile a discutere e definire un accordo integrativo che riconosca il valore e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che con la loro professionalità e dedizione garantiscono importanti profitti all’azienda, altrimenti continueremo la mobilitazione ad oltranza per migliorare le condizioni economiche e lavorative dei dipendenti”.

“La Cgil provinciale sostiene la mobilitazione dei sindacati della distribuzione perché questo di Lidl - afferma il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari, Domenico Ficco - è un caso paradigmatico in cui non vi è da parte delle imprese alcuna responsabilità sociale, quella richiamata dalla Costituzione. Soprattutto in presenza di realtà che hanno fatto grandi profitti e si sono arricchite grazie al lavoro di tanti uomini e donne e all’aumento del costo dei beni di consumo che, in presenza di salari poveri anche a causa di un dilagante part time, finiscono per gravare due volte su chi vive di lavoro dipendente”. Sono le ragioni per cui “siamo in campo con i referendum sul lavoro dell’8 e 9 giugno: chiediamo cinque Sì per rimettere al centro del paese la dignità del lavoro, stabile, ben retribuito, tutelato”, conclude Ficco. “Le imprese come Lidl redistribuiscano i lauti profitti e lavorino per stabilizzare l’occupazione”.

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