La manifestazione
Ex Ilva, la rivolta dei sindacati: «Il piano è morto». Stabilimento occupato e corteo a Genova. L'azienda: «Nessun aumento della cig»
Sindacati: «sono mille i posti di lavoro a rischio in città»
È durata pochi minuti l'assemblea dei lavoratori dell'ex Ilva a Genova in sciopero che hanno scelto di occupare lo stabilimento e la strada della mobilitazione per protestare "contro il blocco degli impianti del nord e il piano che prevede l'aumento della cassa integrazione straordinaria fino a 6mila unità". I lavoratori con i mezzi si sono mossi in corteo verso la stazione ferroviaria di Genova Cornigliano, dove si terrà un presidio ad oltranza. "Sono mille i posti di lavoro a rischio a Genova", denunciano i sindacati.
Il piano presentato per Ilva «è un piano morto». Lo ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella in una conferenza stampa dopo l’incontro di ieri a palazzo Chigi. «Il comunicato di ieri sera della Presidenza del Consiglio ci ha fatto male». Dal primo marzo - ha detto - così saranno chiusi tutti gli stabilimenti, nessuno escluso, è un piano di chiusura. C'è stato uno spettacolo indecoroso, un rimpallo delle responsabilità. La situazione era drammatica due anni fa ora lo è ancora di più».
«Oggi siamo qui all’Ilva perché ieri alla Presidenza del Consiglio è stata dichiarata una sentenza di morte per gli impianti dell’Ilva del Nord. È stato detto chiaramente che non c'è la volontà di continuare la produzione al Nord. Non verrà più mandato un coil o un rotolo da lavorare al Nord. E quindi questa è, di fatto, l’anticamera della chiusura degli impianti siderurgici del Nord: Genova, Taranto e Racconigi». Lo ha detto il segretario della Fiom Bonazzi durante iil presidio a Cornigliano dei lavoratori dell’Ilva.
«Non possiamo accettarlo - prosegue Bonazzi -. Fino a qualche settimana fa parlavamo di piani di rilancio, piani di ripartenza. Ieri il Governo ha detto: aumento della cassa, diminuzione della produzione. Qui davvero bisogna intervenire e chiamiamo ancora in in causa la presidenza del Consiglio».
Per Claudio Cabras, segretario organizzativo Uilm Genova, "siamo di fronte a una situazione che definiamo drammatica. Si parla di un aumento della cassa integrazione, di non avere visibilità oltre il primo di marzo. E soprattutto si parla di chiudere la verticalizzazione verso i siti del Nord. Quindi è un problema a livello nazionale, ma è un problema soprattutto per i siti del Nord e soprattutto nel nostro caso per il sito di Genova».
LE PAROLE DELL'AZIENDA
«Non è previsto alcun aumento della cassa integrazione». È il chiarimento diffuso dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in As dopo le ricostruzioni circolate tra sindacati e stampa. L’azienda ribadisce che il numero dei lavoratori in cigs resta fissato a 4.450 unità e che «qualsiasi affermazione relativa a un’estensione della cassa di ulteriori 1.550 lavoratori è priva di fondamento». Durante l’incontro di ieri a Palazzo Chigi, alla presenza dei rappresentanti del Governo, è stato confermato quanto riportato anche nella nota ufficiale della Presidenza del Consiglio, secondo cui «non ci sarà un’estensione ulteriore della cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo».
I 1.550 lavoratori «citati nelle ricostruzioni saranno coinvolti esclusivamente - è detto nella nota - in un programma di formazione e riqualificazione da attivare durante le manutenzioni sugli impianti. Il percorso formativo prevede almeno 60 giorni di attività per ciascun dipendente, per un totale di 93mila ore di formazione, e riguarderà l’intero comparto aziendale».
L’azienda precisa inoltre che «il periodo di formazione è equiparato a tutti gli effetti alla presenza in servizio, inclusa la maturazione di tutti gli istituti contrattuali, ferie comprese».
I commissari «desiderando pertanto rassicurare - conclude la nota - tutto il personale del Gruppo che qualsiasi diversa ricostruzione relativa a un ulteriore ricorso alla cassa integrazione non rispecchia quanto comunicato ufficialmente nel corso dell’incontro di ieri».
CGIL PUGLIA: GOVERNO PIANIFICA LA CHIUSURA DELL'EX ILVA
«L'ex Ilva chiuderà. Questo è il vero piano del governo Meloni, altro che decarbonizzazione, ristrutturazione, riqualificazione». Lo afferma la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, all’indomani della rottura del tavolo a Roma deciso dalle organizzazioni sindacali. "Hanno preso in giro azienda, città e lavoratori - prosegue ma alla fine hanno mostrato il loro vero volto, quello di chi senza bussola governa a vista, senza una politica industriale e di sviluppo, vendendo o svendendo i gioielli di Stato per finanziare ponte e armi, nel disprezzo del Sud e della vita». «Non il futuro di un asset importante per il Paese e quello di migliaia di lavoratori - conclude Bucci - ma l’autonomia differenziata è la priorità del governo. Da qui però non si passa, da oggi sciopero a oltranza finché il governo non farà marcia indietro, assumendosi la responsabilità di garantire risposte concrete a chi lavora e ai territori coinvolti»