Osservatorio Agrofarma: "Italia modello di eccellenza per uso agrofarmaci"

Roma, 11 nov. (Adnkronos) - I prodotti fitosanitari di oggi sono sempre più sicuri, moderni ed efficienti, in risposta alle crescenti richieste di un’agricoltura sostenibile e innovativa. Continua, infatti, il trend di riduzione delle vendite degli agrofarmaci, un chiaro segnale di come il settore sia sempre più orientato all’adozione di pratiche volte all’ottimizzazione d’uso dei mezzi tecnici, per una transizione verso nuovi modelli e in linea con gli obiettivi della 'Vision for Agriculture and Food'. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma, un report che, semestralmente, fornisce informazioni sullo stato dell'arte dell'agricoltura italiana e del comparto agricolo, restituiscono l’immagine di un’agricoltura non soltanto attenta alla riduzione dell’impatto ambientale e all’uso responsabile degli agrofarmaci, ma sempre più protagonista della transizione energetica.

“C’è un cambiamento in corso, che passa non solo dal fornire nuove soluzioni, ma al contempo, dalla corretta applicazione delle buone pratiche di difesa colturale. Gli agricoltori sono consapevoli di ciò, tant’è che da anni agiscono in campo per garantire una sempre maggiore sostenibilità, da intendere in tutte le sue accezioni (ambientale, sociale ed economica) - ha dichiarato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma -Federchimica - Gli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma sono un’ulteriore prova di come il settore stia già evolvendo nella giusta direzione: l’innovazione, la formazione e l’adozione di soluzioni sempre più moderne e sicure rappresentano le chiavi per garantire un futuro competitivo all’agricoltura italiana ed europea”.

La responsabilità scientifica del progetto è stata affidata ad Areté, The Agri-food intelligence company, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica interamente specializzata sui settori agricoltura e food. “A distanza ormai di due anni dalla prima release dell’Osservatorio, alcuni trend continuano a confermarsi regolarmente, raccontando un settore che, nonostante le difficoltà e le sfide che è chiamato ad affrontare, ha un approccio proattivo verso il cambiamento. È quanto emerge dalla propensione all’innovazione, dai continui traguardi in termini di sostenibilità e circolarità, nonché da una sicurezza dei prodotti che definisce uno standard di eccellenza in Europa e nel mondo. Tutto quest, è importante sottolinearlo, nel contesto di estrema ricchezza e varietà colturale che caratterizza il nostro Paese, che rende ancora più sfaccettate le sfide a cui l’agricoltura e l’agrochimica sono chiamate a dare risposta”, afferma Enrica Gentile, Ceo Areté.

Le vendite in Italia di prodotti fitosanitari si sono ridotte complessivamente del 18% tra il triennio 2021-2023 e quello 2012-2014. Al primo posto il calo dei fungicidi, seguito dagli erbicidi. Le riduzioni osservate sono ancora più significative quando si guarda ai volumi di principi attivi contenuti nei prodotti: -24% nel periodo considerato. L’Italia registra una riduzione decisamente significativa rispetto ai Paesi analizzati e alla media Ue27. Ciò è stato possibile grazie a una gestione più attenta delle risorse, che tiene conto delle specifiche esigenze stagionali e climatiche. Allo stesso tempo, l’uso di principi attivi anche di origine biologica ha visto un incremento significativo del +133% nello stesso periodo, segno di una crescente attenzione nello sviluppo di nuove soluzioni. A livello di sicurezza alimentare, l’Italia continua a mantenere una forte leadership: i dati mostrano che siamo tra i Paesi con la più bassa presenza di residui di agrofarmaci negli alimenti, con appena l’1% di alimenti con residui di prodotti fitosanitari sopra i limiti consentiti.

L'analisi evidenzia poi che più della metà delle sostanze attive attualmente autorizzate nell'Ue, sono state introdotte negli ultimi 10 anni. Concentrandoci sull’Italia, emerge che circa l’85% degli agrofarmaci ad oggi sul mercato è stato approvato dopo il 2010. Inoltre, nel periodo gennaio 2024-ottobre 2025 in Italia sono stati autorizzati un totale di 38 agrofarmaci il cui impiego è consentito in agricoltura biologica: 17 in più rispetto al corrispondente periodo 2023-2024.

Relativamente agli indicatori agroambientali. Si registrano riduzioni significative soprattutto nei precursori di ozono e negli acidificanti, ma anche nei gas effetto serra. Le emissioni di ammoniaca derivanti dall’agricoltura sono aumentate tra il 2022 e il 2023; nonostante ciò, si mantiene il trend di riduzione iniziato a partire dai primi anni ’90. L’obiettivo di contenimento delle emissioni concordato dall’Italia con l’Ue per il 2030 è stato raggiunto con largo anticipo già nel 2021.

Compare per la prima volta in questa nuova wave anche un approfondimento sulle agroenergie, per inquadrare il ruolo del comparto agricolo nella produzione energetica nazionale: la quota di energia prodotta in Italia da fonti rinnovabili mantiene una crescita moderata ma costante: dal 17% nel 2014 al 20% circa nel 2023. In questo contesto, le agroenergie rivestono un ruolo strategico. In Italia, circa il 2% del totale dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è riconducibile al biogas, una quota seconda solo a quella della Germania tra i principali Paesi europei.

Sul fronte della diversificazione colturale, l’Italia mantiene il secondo posto tra i Paesi Ue per varietà di colture (121), dietro solo alla Spagna (125). Tra le colture minori, quelle che hanno registrato la crescita più significativa in termini di ettari nel periodo 2015-2024 sono la zucchina (+2.186 ha), la lenticchia (+1.404 ha), il melograno (+1.304 ha) e la patata primaticcia (+611 ha).

Dai dati dell’Osservatorio Agrofarma appare, infine, evidente come "negli ultimi decenni la gestione dei patogeni sia diventata sempre più complessa a fronte di una continua riduzione delle molecole a disposizione degli agricoltori e al contestuale aumento delle malattie, le cui cause sono principalmente attribuibili alle problematiche derivanti dai cambiamenti climatici. L’Industria, consapevole di queste dinamiche, sta investendo sempre più in ricerca e sviluppo per rispondere alle esigenze di un’agricoltura che non solo deve affrontare nuove sfide, ma deve anche essere in grado di produrre in modo sostenibile e sicuro restando competitiva".

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