"Povertà e democrazia", la Lectio civilis di Abhijit Banerjee al Festival Nazionale dell’Economia Civile

(Adnkronos) - A Palazzo Vecchio (Firenze), nell’ambito della settima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile (FNEC), l’economista Abhijit Banerjee (Premio Nobel per l’Economia 2019) ha tenuto la Lectio civilis “Povertà e democrazia”, in dialogo con Leonardo Becchetti, direttore del Festival e co-fondatore di NeXt Economia. Cuore valoriale del Festival è l’idea che le intelligenze relazionali — capacità di cooperare, ascoltare, costruire legami di fiducia — siano il motore della democrazia partecipata e di uno sviluppo sostenibile e generativo.

Aprendo la Lectio, Banerjee ha affrontato uno dei temi più divisivi: reddito di base e povertà.

Contro l’idea che il reddito di base “impigrisca”, ha richiamato l’evidenza empirica: «Esiste una splendida meta-analisi su 140 studi, realizzata dall’economista Dean Karlan, che mostra che le persone lavorano di più, non di meno, quando ricevono un reddito di base». Ma ha aggiunto che il denaro non basta: «È importante che sia accompagnato da un minimo di riflessione preventiva: con questo denaro che cosa farai? Perché vuoi farlo? Parlare con le persone prima che ricevano il denaro spesso ha effetti importanti».

Il Nobel ha collegato la discussione all’era dell’intelligenza artificiale: «Non penso davvero al semplice “dare soldi”. Dobbiamo pensare a che cosa chi li riceve farà della propria vita. Nel contesto dell’IA questo è diventato un tema enormemente attuale. Le persone sono spaventate: temono di non avere un lavoro e, anche con un reddito di base universale, resta la domanda “che cosa ne faremo del nostro tempo?”». Da qui la critica alla visione “romantica” del tempo libero: «L’idea tipica dei ricchi californiani secondo i quali, avendo tempo, tutti suoneranno la chitarra e coltiveranno la vite, non è realistica: la maggior parte delle persone è sotto forte pressione quando non ha qualcosa da fare».

Sollecitato da Becchetti sui paradigmi generativi dell’economia civile, Banerjee ha insistito sul binomio risorse e progettualità sociale: «Non abbiamo ancora iniziato a riflettere su quale forma prenderà l’era post-IA. Abbiamo popolazioni che invecchiano, servizi di cura all’infanzia insufficienti e molte persone senza attività utili o soddisfacenti. Questa combinazione è un’opportunità se, oltre a dare denaro, creiamo attività socialmente significative». Ha citato in particolare cura degli anziani, childcare e tutela ambientale: «Sono spesso beni pubblici non profittevoli: dobbiamo pensare a come finanziarli». Un’opportunità può arrivare anche da come oggi il lavoro viene vissuto da una quota sempre crescente di giovani che «mostrano crescente insoddisfazione e aumento dei casi di depressione» ad ulteriore riprova del fatto che «nessuno di noi è solo “homo economicus” — ha detto con ironia Banerjee — «tranne forse Elon Musk, ma quasi nessun altro. Per fortuna». La via d’uscita, per l’economista, è ricostruire comunità vive e lavori che sostengano le persone, perché «provare piacere nel dare quanto nel ricevere» è parte della nostra natura e del benessere democratico.

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