La vita del campione italiano di ciclismo Fausto Coppi sarà raccontata dal documentario in onda oggi alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo «Italiani». Coppi nasce a Castellania, Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta. Diventa campione giovanissimo. A soli vent’anni, infatti, vince il suo primo Giro d’Italia: è il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli Inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia.
Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta e torna a casa a Castellania, in Piemonte, percorrendo oltre 800. Nel 1946, in un Paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: comincia allora la mitica rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi Giro e Tour de France nello stesso anno ed è ormai per tutti il «Campionissimo». Collezionerà tante vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano. Importanti i primi anni ‘50 anche nella sua vita privata: a 28 anni muore l’amato fratello Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con cui aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la «dama bianca». Il fatto suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dall’ unione, nel 1955, nasce il figlio Faustino. A fine 1959 Coppi partecipa a una gara in Africa. Qui contrae la malaria. Torna in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.