il processo
Finte aste di immobili nel Tarantino, prime ammissioni per gli indagati davanti al giudice
Sono accusati di falso e truffa aggravata. In due rischiano i domiciliari
Ha ammesso sostanzialmente le proprie responsabilità davanti al giudice, il 58enne agente immobiliare (abusivo per l’accusa) finito assieme ad altre due persone nell’inchiesta della Procura di Taranto sulle “finte aste” di immobili. Un raggiro che secondo il pm Francesco Ciardo, titolare del fascicolo di indagine, avrebbe fruttato circa 70mila euro grazie all’escamotage di garantire l’acquisto di proprietà messe all’asta dal tribunale per poi scomparire dal radar appena incassato il denaro. Accompagnato dal proprio difensore, l’avvocato Claudio Percolla, il 58enne si è presentato all’interrogatorio preventivo – come previsto dalle nuove norme - rispondendo alle domande del giudice Alessandra Rita Romano e nel farlo ha scagionato la seconda indagata, un avvocato tarantino (per lei il pm Ciardo ha chiesto la misura all’interdizione dalla professione per la durata di un anno) sostenendo che la stessa fosse all’oscuro di tutto. Una versione confermata in seguito anche dalla professionista che, difesa dall’avvocato Egidio Albanese, ha dichiarato di essersi fidata del 58enne e aver agito in assoluta buona fede. Indagati per i reati di falso e truffa aggravata, solo in due però rischiano gli arresti domiciliari: oltre al tarantino anche una donna di 59 anni (attualmente in carcere per altre vicende giudiziarie). Assistita dagli avvocati Marino Galeandro e Gaetano Vitale la 59enne ha respinto ogni addebito negando di aver preso parte ai raggiri e affermando di aver esclusivamente mostrato gli immobili e svolto le altre attività di contatto in qualità di dipendente del tarantino.
Le indagini dei carabinieri avrebbero consentito di inquadrare una serie di episodi grazie ai quali i tre avrebbero incassato, come detto, diverse migliaia di euro ora finiti sotto sequestro.
A luglio 2024, in particolare, avrebbero comunicato a una donna tarantina di aver vinto alla cifra di 41mila euro un immobile situato in viale Jonio e per dimostrarlo, secondo gli inquirenti, hanno predisposto una falsa ordinanza di aggiudicazione per indurla a versare sul conto corrente dell’avvocata la somma di circa 40mila euro. L’immobile, in realtà era stato aggiudicato a un’altra persona.
Alcuni giorni dopo l’avvocata e l’agente immobiliare avrebbero messo a segno, secondo l’accusa, un altro colpo. Ottenuto l’incarico da una coppia di partecipare all’asta giudiziaria per una proprietà a Massafra, spiegando loro che il vincitore dell’asta non era in grado di pagare la cifra stabilita e che la banca avesse dato alla coppia l’ok per l’erogazione del mutuo, li avrebbero convinti a versare 35mila euro per le trattative con l’aggiudicatario. Peccato però che, secondo quanto accertato dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, quella vendita era stata conclusa prima che quelle fasulle trattative fossero avviate.