Il caso

Le spese per le «nozze che non furono» della sposa infelice: nessuno vuole restituirle i soldi

francesco casula

Nessuno pare abbia intenzione di restituire i soldi ricevuti dalla donna che ha organizzato il matrimonio senza marito

Prima il matrimonio “fantasma” ora il rischio di un processo penale. È accusata di stalking e diffamazione la «sposa infelice» che a luglio scorso si è presentata in chiesa con l'abito nuziale sperando che l'uomo dei suoi sogni arrivasse all'altare: proprio quell'amore immaginario, però, ora la accusa di atti persecutori. A Esperanza, come la Gazzetta l'ha ribattezzata svelando quella storia di solitudine e tristezza, la procura di Taranto ha notificato un avviso di conclusione delle indagini: un atto che chiude l'inchiesta svolta nei suoi confronti dopo la denuncia sporta dall'uomo di cui si era innamorata.

L'uomo, collega della donna che non solo non ha mai avuto alcuna relazione con la protagonista di questa vicenda, ma ha da tempo una sua famiglia, ha infatti sporto denuncia svelando che in realtà i matrimoni “immaginari” erano due: prima di quello dell'estate 2024, infatti, c'era già stato un altro evento a ottobre 2023 per il quale la donna aveva diffuso inviti sia per la cerimonia in chiesa che per il ricevimento. Location situate entrambe in un comune della provincia di Taranto di cui per scelta non riveleremo il nome.

Già per quel primo matrimonio aveva chiesto a un'amica di essere la sua testimone e aveva anche prenotato i servizi di un fotografo, di un'estetista e aveva persino fatto confezionare un abito che aveva anche pubblicizzato sui social. Dopo quell'episodio sia il collega che i suoi superiori al lavoro l'avevano invitata a desistere, ma non era bastato. A luglio 2024, com'è noto, aveva rimesso in piedi tutto: aveva contattato e pagato un fioraio, la fornitura di 50 bomboniere e poi la sala ricevimenti e persino la musica per allietare gli invitati. Esperanza fece tutto da sola. Anche se la pratica del matrimonio non era mai stata istruita e neppure le pubblicazioni, lei decise di presentarsi all’altare in ogni caso. Forse nella speranza, appunto, che lui, prima o poi, sarebbe arrivato. Ma quel giorno non arrivò nessuno. Nemmeno l'amore.

Le «nozze che non furono» costarono quasi 15mila euro: denaro che il suo avvocato ha cercato con fatica di recuperare: «un tentativo fatto richiamando il senso di umanità dei fornitori» lo definì. Solo in due risposero al suo accorato appello: la sala ricevimenti e il titolare della società che ha noleggiato l'auto con cui Esperanza giunse in chiesa.
Ma in quei giorni tra ottobre 2023 e luglio 2024, sarebbe accaduto altro: lo sposo inesistente è caduto, secondo quanto l'uomo ha dichiarato nella denuncia, in «un perdurante e grave stato d'ansia e di paura tale da ingenerare nello stesso un fondato timore per la propria incolumità e per quella della propria famiglia, in modo da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita». Ha raccontato agli inquirenti di essere stato costretto per mesi a evitare qualunque occasione ricreativa nel contesto lavorativo non solo per evitare di incontrarla, ma anche per evitare che la sua gentilezza venisse scambiata per altro contribuendo così erroneamente ad alimentare l'illusione di Esperanza.

Una vicenda come detto durata diversi mesi, ma che è proseguita anche dopo quel luglio 2024: da quel momento, infatti, secondo l'accusa la «sposa infelice» avrebbe raccontato a più persone la vicenda facendo apparire l'uomo come colui che l'avrebbe improvvisamente ripudiata: episodi che ora le valgono un'accusa di diffamazione. Esperanza avrà ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogata o, attraverso l'avvocato, presentare memorie difensive e offrire la sua versione dei fatti: alla magistratura il compito di decidere se quelle spiegazioni saranno sufficienti per archiviare o meno le accuse. E porre così fine a questa storia restituendo serenità a entrambi i protagonisti della vicenda.

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