i nodi dell'acciaio
Ex Ilva, Urso tira dritto: domani la firma dell’intesa
Le dimissioni del sindaco non cambiano il cronoprogramma del Governo. Sono ore decisive per Taranto
Con Bitetti o senza Bitetti l’accordo per la decarbonizzazione dell’ex Ilva si farà. Premessa la solidarietà al primo cittadino di Taranto, determinatosi alle dimissioni dopo un confronto molto acceso con gli ambientalisti sull’accordo di programma proposto da Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il governo Meloni tira dritto e punta a chiudere domani l’intesa con la Regione Puglia per la realizzazione di tre forni elettrici nello stabilimento tarantino. Sarà invece rinviato ad agosto l’approfondimento del dossier completo nella parte che riguarda sia gli impianti di Dri, che la presenza eventuale a Taranto della nave di rigassificazione.
L’utilizzo di una nave rigassificatrice per lo stabilimento siderurgico di Taranto dipende da quale configurazione produttiva si sceglierà per il futuro dell’impianto precisa Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che ribadisce come la proposta di riconversione “verde” (nota come opzione A) comporti un considerevole fabbisogno di gas naturale. Il piano prevede la realizzazione di 3 forni elettrici, 4 impianti di riduzione diretta e 4 impianti per la cattura della Co2 prodotta durante il processo di riduzione. Tutti questi impianti, oltre a quelli esistenti che continueranno a funzionare in parte, necessitano di una fornitura stabile e abbondante di gas, sia per alimentare la produzione sia per generare energia. AdI in AS stima un fabbisogno totale di 5.1 miliardi di metri cubi di gas all’anno, mentre la rete di distribuzione attuale, secondo Snam, può garantirne al massimo 2 miliardi. Da qui, l’ipotesi di ricorrere a una nave rigassificatrice per colmare il divario.
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