il caso
Taranto, nessun maltrattamento contro l’ex moglie e le figlie: assolto un 55enne lucano
All'uomo la procura ionica aveva contestato condotte lesive della dignità della sua ex coniuge, ma anche delle figlie minorenni.
TARANTO - È stato assolto un lucano di 55 anni finito a processo per maltrattamenti in famiglia, violenza privata, violazione di domicilio e degli obblighi di assistenza familiare. L’uomo era infatti finito alla sbarra dopo la denuncia presentata dalla ex moglie, una tarantina con cui il 55enne aveva avuto due figlie.
A decidere di far cadere tutte le accuse nei suoi confronti è stato il giudice Laura Orlando, che ha accolto la tesi del difensore dell’uomo, l’avvocato Gaetano Vitale.
Al 55enne la procura ionica aveva contestato condotte lesive della dignità della sua ex coniuge, ma anche delle figlie minorenni.
I maltrattamenti, per l’accusa, si erano infatti concretizzati non soltanto nella relazione extraconiugale avuta dal 55enne, ma anche dopo la separazione consensuale tra i due coniugi nel 2019. Non solo offese in presenza delle due minorenni, ma anche atteggiamenti aggressivi e ritorsioni e il rifiuto di pagare gli alimenti alle figlie. In particolare, secondo l’accusa, l’imputato aveva allontanato la ex moglie dall’abitazione, solo perché offeso del mancato invito al compleanno della donna. In quella circostanza, secondo gli inquirenti, il 55enne era rimasto in casa per una settimana e aveva impedito alla ex partner di vedere le loro figlie.
Quelle condotte si erano poi estese alle bambine, interrogate sugli spostamenti quotidiani con la madre. In un caso, poi, l’imputato aveva rifiutato il regalo delle due figlie per il suo compleanno perché pagato con i soldi della loro madre. Mentre in un’altra occasione ancora, aveva costretto una delle due minori a non indossare un bracciale regalato dall’attuale compagno della ex coniuge. Quando poi le due figlie avevano rifiutato di andare a fargli visita, l’imputato aveva minacciato di far intervenire le forze dell’ordine per farle prelevare dalla casa materna.
Un quadro, quello ricostruito dall’accusa, che l’avvocato Vitale è riuscito infine a smontare nel corso del dibattimento, ottenendo per il 55enne un’assoluzione con formula piena.