giustizia

Taranto, simularono il furto di pistole: il complice condannato a 2 anni

alessandra cannetiello e francesco casula

Il giorno dell’acquisto dell’arsenale la denuncia, ma era una bufala. Due anni di carcere per Davide Preite. Imputati Antonio Andrisano e suo padre Giuseppe, titolari di una nota armeria

TARANTO - È stato condannato a 2 anni di carcere il 39enne Davide Preite, che ha scelto di essere giudicato in abbreviato dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta per la simulazione del furto di decine di armi che vede ora imputati il 39enne Antonio Andrisano e suo padre Giuseppe di 72 anni, titolari di una nota armeria di Taranto. A emettere sentenza è stato il giudice Pompeo Carriere che ha stabilito una pena più lieve dei 3 anni chiesti dal pubblico ministero Francesca Colaci.

L’imputato, assistito dall’avvocato Massimiliano Scavo, nelle scorse udienze dal gup Carriere aveva confermato tutte le accuse nei confronti di Antonio Andrisano affermando di essere stato da quest'ultimo manipolato e condizionato.

L’inchiesta condotta dai militari dell’Arma e coordinata all'epoca dal pubblico ministero Antonio Natale, è partita a gennaio scorso quando Preite ha presentato la denuncia del furto di una sorta di arsenale acquistato solo pochi giorni prima. Ma le circostanze raccontate hanno da subito insospettito gli investigatori. Il furto infatti sarebbe avvenuto il 30 dicembre 2023, giorno stesso dell’acquisto e, stranamente, l’impianto di allarme dell’abitazione in cui erano regolarmente detenute le armi in quell’occasione non ha funzionato.

Non solo. Gli autori del furto non solo conoscevano bene il luogo in cui erano custodite le armi, ma avrebbero rubato solo quelle acquistate dall'armeria di Andrisano e non le altre che si trovavano comunque in cassaforte e che erano state acquistate in passato.

Insomma una serie di aspetti che hanno spinto i carabinieri a convocare la presunta vittima di furto che messa alle strette ha vuotato il sacco svelando che, in realtà a causa di difficoltà economiche, aveva accettato la proposta dell’amico Andrisano di simulare il furto di un grosso quantitativo di armi in cambio di una somma di denaro. Il valore delle armi è infatti complessivamente di circa 20mila euro, ma evidentemente l’inserimento di pistole e fucili nel mercato illegale avrebbe garantito introiti maggiori.

E a quanto pare quel sistema non era una novità. Sotto i riflettori degli investigatori, infatti poco dopo finirono altri casi simili: armi acquistate nell’armeria Andrisano e poi divenute oggetto di furto a distanza di un breve lasso di tempo. 

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