Il caso
Arcelor Mittal, sindacati preoccupati: «Noi tenuti all'oscuro dell'intesa. No a esuberi»
Lo Stato investe 2,1 mld, ma Mittal cosa investe?
TARANTO - Sono preoccupati i sindacati dei metalmeccanici sull'intesa che prevede l’ingresso di Invitalia in Ilva e ribadiscono il loro «no» ad esuberi. «Finora siamo stati tenuto all’oscuro. Ci hanno detto che dall’11 dicembre entreremo a far parte della trattativa. Per noi è importante capire qual è l’obiettivo occupazionale» ha detto Valerio D’Alò (Fim-Cils) durante l’audizione di questa sera in commissione industria alla Camera. «Qui rischiamo il conflitto istituzionale - ha aggiunto Gianni Venturi (Fiom Cgil).
Sappiamo che lo stato entrerà al 50% per poi arrivare al 60% dal 2022, ma l’Ilva deve entrare in un piano nazionale per l’acciaio altrimenti il rischio è quello di consolidare il ruolo dell’Italia di paese importatore». «Il governo ci ha detto che investirà 2,1 mld di euro, ma non sappiamo come saranno ripartiti fra equity, ambiente e investimenti industriali» ha detto Guglielmo Gambardella (Uilm-Uil). «Quello che non sappiamo - ha aggiunto Antonio Spera (Ugl Metalmeccanici) è cosa mette Mittal in questo investimento. Sappiamo invece che Mittal è abituato, quando arrivano le scadenze a mettere in discussione tutto. L’ultima cosa che ha messo in discussione è l’azienda Cimolai».