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Giacomo Rizzo
27 Novembre 2020
foto Todaro
Entra lo Stato, restano le polemiche. È attesa per lunedì la definizione della trattativa tra governo e ArcelorMittal per la nuova compagine societaria. Invitalia entrerà nel capitale sociale di Am InvestCo con una quota che dovrebbe essere del 50%. Un accordo di «partenariato pubblico-privato», con un progetto di investimento ed un «piano articolato per rilanciare il cantiere Taranto», come già detto dal premier, Giuseppe Conte. «Attendiamo subito una convocazione da parte del governo, ma nel caso in cui non dovessimo ricevere risposte precise - afferma Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto - ci vedremo costretti a organizzare dure azioni sindacali».
Il sindacalista fa presente che «ad essere all’oscuro della trattativa non sono solo i rappresentanti dei lavoratori ma anche gli enti locali. Usb ha manifestato sin da subito la propria posizione in merito alla vertenza, dicendo da anni ormai che l’unica soluzione è da individuare in un intervento pubblico. Ma con la stessa chiarezza il nostro sindacato ha mostrato sin dall’inizio grandi riserve sul gruppo franco-indiano, interlocutore inaffidabile e irrispettoso di lavoratori e comunità».
Cosa «ne sarà - si chiede Rizzo - dei 10.500 lavoratori diretti? Quali sono gli strumenti previsti a sostegno dei circa 1.500 ex Ilva in AS? Come funzionerà il sistema dell’appalto che viene da anni di sofferenza e incertezze? In che modo si pensa di tutelare le aziende locali che ruotano attorno alla grande industria?».
Critica anche la posizione dell’Ugl. «Non firmeremo alcun accordo - annuncia il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera - se non discusso preventivamente e condiviso con il sindacato». È in «gioco - aggiunge - il futuro dei lavoratori e l’Ugl Metalmeccanici non intende tradirli. La nostra sigla ha sempre sostenuto e lamentato le scarse relazioni industriali con ArcelorMittal. Per noi resta ancora valido l’accordo del 6 settembre 2018, firmato al Mise da Governo, ArcelorMittal e sindacati, pur disatteso per responsabilità politiche e della multinazionale».
Ubaldo Pagano, capogruppo in Commissione Bilancio alla Camera; Giovanni Chianese, commissario provinciale del Pd di Taranto; e Massimo Moretti, responsabile Ambiente della segreteria regionale, si associano «alla richiesta di urgente aggiornamento sulla trattativa in corso con Arcelor Mittal relativa allo stabilimento tarantino, formulata dal sindaco di Taranto Melucci, e dal presidente della Provincia Gugliotti, e rivolta al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed al Presidente di Invitalia Domenico Arcuri. «Riteniamo - puntualizzano - che sia opportuno dare ascolto e risposta immediata alla sollecitazione del sindaco di Taranto, peraltro già più volte avanzata e nelle sedi più varie, istituzionali e non. Il Pd ha già preso ufficialmente posizione sul futuro di Taranto, raccogliendo pienamente la sfida del green e riservando al capoluogo jonico un ruolo da protagonista, nell’ambito del nuovo corso ecologista».
Ieri mattina, intanto, nella zona Cet1 si è verificata «una perdita di gas Afo dalla tenuta di una valvola». Lo si apprende dai delegati Rls della Fiom Cgil. «Nei luoghi di lavoro limitrofi - si precisa - è stata rilevata presenza di monossido di carbonio e per questo il personale è stato allontanato il tempo necessario per intercettare e svuotare il tratto comprendente la valvola». Per ripristinare le condizioni di sicurezza sono intervenuti i Vigili del fuoco del distaccamento interno.
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