Netflix
Bullizzato e isolato la storia del ragazzo dai pantaloni rosa
Andrea Spezzacatena è un ragazzino studioso e disciplinato più attento a «fare felici gli altri» che se stesso. Ama i suoi genitori e il fratellino Daniele, adora passare le estati in Calabria dove si sente se stesso. A scuola invece non è altrettanto facile: da un lato c’è l’amica Sara con cui Andrea sta sereno, dall’altro Christian, il compagno di scuola che Andrea vorrebbe come amico e che invece lo tratta con indifferenza, quando non con crudeltà. Il ragazzo dai pantaloni rosa, che prende spunto dalla storia vera di Andrea Spezzacatena, morto suicida a 15 anni, esce oggi in anteprima streaming italiana su Netflix.
La pellicola diretta da Margherita Ferri, che attinge per la sua trama anche dal libro della mamma di Andrea, Teresa Manes, intitolato Andrea oltre il pantalone rosa (Graus, euro 14, pp. 96), affronta la drammatica storia di quel ragazzo che i compagni di scuola etichettarono su una pagina Facebook a lui «dedicata» come «il ragazzo dai pantaloni rosa». Il 20 novembre 2012, Andrea si tolse la vita dopo essere stato vittima di bullismo al liceo scientifico Cavour di Roma. Dopo la sua scomparsa, la madre scoprì dal suo profilo social che il figlio era vittima di cyberbullismo.
Roberto Proia, autore del soggetto e della sceneggiatura del film, toglie la parola alla madre e la restituisce il figlio, che si racconta in prima persona post mortem attraverso la ficcante interpretazione di Samuele Carrino. Claudia Pandolfi, che interpreta Teresa, si fa carico di alludere con gentilezza anche alle sue fragilità, oltre che al grande amore per il figlio, e il rapporto con l’ex marito Tommaso viene mostrato anche nella sua conflittualità.