Martedì 21 Ottobre 2025 | 19:01

Emma Marrone: «Senza procreazione assistita dovrò rinunciare ad avere un figlio, almeno qui in Italia»

Emma Marrone: «Senza procreazione assistita dovrò rinunciare ad avere un figlio, almeno qui in Italia»

 
Redazione online

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Emma Marrone: «Senza procreazione assistita dovrò rinunciare ad avere un figlio, almeno qui in Italia»

La cantante si confessa in una lunga intervista: «Potrei andare all’estero, a pagamento, ma non mi sembra corretto verso tutte le donne che sono nella mia stessa situazione e non possono permetterselo»

Mercoledì 11 Dicembre 2024, 12:27

16:47

Cantautrice, attivista e anima sempre rivolta a chi è più sfortunato: è Emma Marrone la protagonista del nuovo numero di Vanity Fair, dall’11 dicembre in edicola. In un’intervista esclusiva, l’artista salentina si racconta senza filtri: dall’amore che non c'è ai figli a cui rinuncia, dal dolore per la perdita del padre al percorso, emotivo e artistico, grazie a cui si è ripresa la scena. E poi accetta un invito speciale da parte di Vanity Fair e Teatro Puntozero: prima di Natale andrà a far visita ai ragazzi del carcere Beccaria. Sarà un incontro a porte chiuse, «un’unione di anime», come dice lei. Che va lì non per portare un messaggio, ma «solo per ascoltare. Perché oggi nessuno ascolta più».

Un numero che vuole puntare i riflettori sulla condizione delle carceri italiane: per denunciare un sistema al collasso e, al contempo, raccontare le storie, piene di speranza, di chi sta provando a cambiare le cose.

Sull'incontro con i ragazzi del Beccaria, Emma ha spiegato che «li voglio solo ascoltare. Oggi nessuno ascolta più. E forse loro, più di altri, hanno bisogno di essere capiti e anche un pò coccolati. Io non credo che le persone prendano strade complicate perché ne hanno voglia: chiunque, se potesse, farebbe della propria vita un quadro meraviglioso. Solo che non tutti possono. Io non giudico mai». E il discorso tocca i guai giudiziari del trapper Baby Gang. «Conosco Zaccaria (Mouhib, ndr). E forse, al posto suo, io avrei fatto anche di peggio. Lui è una delle persone più educate, dolci e professionali che abbia mai incontrato. Semplicemente, è un ragazzo che ha sofferto: glielo vedi negli occhi».

Emma affronta anche il tema della body positivity: «Io mi piaccio da morire. Il mio è il corpo di una donna che ha combattuto battaglie tremende e che è sopravvissuta. Tante altre oggi sono sottoterra. Poi, sono consapevole che in alcuni momenti sono stata fuori forma, ma non mi sono mai nascosta dietro a palandrane. Mi sono esibita con la pancia e le braccia gonfie, con otto menti ben visibili. Per qualcuno sarà stato un pretesto per svilirmi, qualcun altro, però, avrà pensato: 'Quella non si vergogna. Va sul palco, canta, si mostra. Se lo fa lei, posso farlo anch’iò. Non è un mistero: la malattia mi ha lasciato dei problemi ormonali che ogni tanto devo gestire». E aggiunge che «devo fare i controlli ogni anno. Non potrò mai dirmi guarita: ho avuto un cancro recidivo».

La cantante racconta anche di dover «rinunciare all’idea di un figlio. Dovrei sottopormi alla procreazione medicalmente assistita, ma non ho un compagno, e quindi in Italia non posso. Potrei andare all’estero, a pagamento, ma non mi sembra corretto verso tutte le donne che sono nella mia stessa situazione e non possono permetterselo». E un compagno al momento non è all’orizzonte: «Alla solitudine mi sono abituata. E forse ci sto anche comoda: in fondo, se proprio volessi qualcuno, credo che lo troverei. Ma io non voglio qualcuno, così tanto per. Io voglio la favola. Come Pretty Woman. Sogno ancora il grande amore, e me lo merito. Se non trovo quello, mi tengo la Play».

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