Rai Contenuti Digitali e Transmediali

Roberta Bruzzone indaga le personalità di quattro serial killer

Alessandro Salvatore

Il format di approfondimento di una cronaca sempre più «nera»

Secondo Roberta Bruzzone, attraverso l’analisi di casi tragici si può comprendere, a posteriori, l’identikit di un serial killer. Ed «è tutto troppo bello per essere vero» può essere il primo campanello d’allarme che solitamente risuona nella mente quando ci si trova al cospetto di un potenziale narcisista maligno. «E ascoltare quel primo campanello può fare un’enorme differenza» sottolinea la psicologa forense e criminologa investigativa Roberta Bruzzone che da oggi, in esclusiva su RaiPlay conduce «Nella mente di Narciso», una docu-serie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali.

Il format di approfondimento di una cronaca sempre più «nera», propone un viaggio nella mente del narcisista partendo da quattro casi di efferata violenza: «Benno Neumair, il delitto di Bolzano», «L’omicidio di Sarah Scazzi», «Il delitto di Temù, piccolo e tranquillo paesino della Lombardia» e «Il caso Tramontano-Impagnatiello».

Puntata dopo puntata, la Bruzzone, supportata da una griglia che raccoglie tutte le caratteristiche specifiche del narcisista maligno, indaga le personalità degli assassini al centro delle vicende raccontate, dimostrando come siano affetti da disturbo narcisistico, con tutte le ripercussioni devastanti sulle loro vittime.

«Nella mente di Narciso», attraverso otto puntate da 25 minuti, vuole fornire al pubblico «una sorta di manuale d’istruzione per riconoscere e allontanare possibili narcisisti maligni» sostiene Maurizio Imbriale, direttore di Rai Contenuti Digitali e Transmediali. Il programma, sottolinea Bruzzone, «vuole offrire al pubblico strumenti e contenuti che gli consentano di individuare parametri per riconoscere una persona con una personalità distorta di matrice narcisistica».

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