Rai 5

«Nabucco» di Verdi spiegato nei dettagli dal maestro Muti

Alessandro Salvatore

Quali sono i retroscena che si annidano dietro le quinte del Nabucco di Giuseppe Verdi? A spiegarlo magistralmente è il direttore d’orchestra orgoglio di Puglia e d’Italia nel mondo, Riccardo Muti. L’83enne «bacchetta» di padre molfettese è il divulgatore di un percorso promosso dalla Rai dal titolo «Muti prova Nabucco». Stasera il secondo atto (su otto totali) di questo format accademico sulla spiegazione dell’opera, alle 21.15 su Rai 5.

Melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi, ispirato dal libretto di Temistocle Solera, il Nabucco nasce con una storia rocambolesca. Originariamente era «Nabucodonosor», nella partitura autografa di Verdi e nella prima edizione a stampa, ma lo stesso Verdi usò sempre in seguito il titolo abbreviato «Nabucco», per la sua terza opera nonché primo dei numerosi trionfi che segnarono la sua lunga carriera di compositore e politico del Risorgimentale XIX secolo.

L’impresario della Scala, Bartolomeo Merelli, dopo la composizione di Oberto, conte di San Bonifaci, offrì a Verdi un contratto per tre opere da scrivere in otto mesi, tra cui il lavoro buffo Un giorno di regno, che cadde clamorosamente alla prima esecuzione. Merelli non diede peso a questo evento e confermò comunque la fiducia in Verdi, offrendogli di musicare un libretto «Nabucodonosor», che era stato rifiutato dal giovane compositore prussiano Otto Nicolai. Così potette andare in scena, la prima volta alla Scala, il 9 marzo 1842, la storia patriottica di Nabucco Re di Babilonia. Il dramma che fu lanciato da Verdi con il suo memorabile «Va, pensiero, sull’ali dorate», fu da subito un successo.

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