Il retroscena

The Voice Kids, la Puglia in finale tifa per Yari e Alice

Bianca Chiriatti

E Andrea Rossetti, titolare di Metropolis Academy, dove studia Alice Alfonso, racconta i retroscena dei casting e di come i giovani talenti vivono esperienze simili

La finale di The Voice Kids è alle porte: questa sera su Rai 1 scopriremo chi sarà il vincitore del talent show da record condotto da Antonella Clerici, e non mancano le atmosfere di Puglia grazie a Yari Verdesca e Alice Alfonso, entrambi salentini. Tutti e due sono riusciti ad arrivare fino all'ultima puntata, Alice addirittura con il «superpass», grazie alla sua coach, Arisa, che l'ha traghettata direttamente in finale dopo la straordinaria performance di «Se piovesse il tuo nome» di Elisa (diventata viralissima sul web).
La preparazione di Alice arriva dalla Metropolis Academy di Lecce, guidata da Andrea Rossetti (pianista e produttore) e Francesco Pennetta (batterista), dove la 13enne studia da diverso tempo. Tra gli allievi della scuola, oltre a lei anche Tommaso Quarta, di Campi Salentina, è approdato alle «blind auditions» di The Voice Kids, e ha proposto un'emozionante versione di «The Scientist» dei Coldplay. Rossetti racconta alla «Gazzetta» come i due ragazzi si sono preparati ai casting e cosa c'è dietro a un'esperienza simile che catapulta le giovani voci su un palco così rinomato.

Un traguardo sicuramente non usuale, specie per concorrenti così piccoli...
«Nella nostra scuola gli allievi vengono abituati fin da subito alle performance dal vivo, non con le basi, e questo sicuramente è un valore aggiunto. Si preparano a interfacciarsi con le orchestre e le band, a seguire il segnale del maestro, anche quando organizziamo qualcosa in sede spesso facciamo jam session, per spingere i ragazzi a suonare ed esibirsi in gruppo, insieme».

Alice e Tommaso a The Voice, due esperienze diverse, una è andata in finale, l'altro si è fermato prima, come si insegna agli allievi ad accettare i «no»?
«Il messaggio che trasmettiamo è proprio questo, l'importante è continuare a studiare, fare esperienza. È bello mettersi alla prova, ma tutti noi abbiamo passato la vita a dedicarci allo strumento, siamo molto rigidi da questo punto di vita. Sono traguardi che rimangono nel cuore, ma lo studio viene prima di tutto».

Nel vostro corpo docenti c'è Barbara Pedone, la vocal coach che ha seguito e segue tuttora i due ragazzi: quanto è stato importante per l'esperienza televisiva il rapporto tra questi giovanissimi e gli adulti?
«È fondamentale. Intanto entrambi vengono fortunatamente da splendide famiglie: Alice in particolare, che si è trovata travolta da questa cosa, ha una mamma che le ricorda sempre di non trascurare la scuola, di studiare, le fa tenere i piedi per terra. La figura di Barbara poi è stata importantissima: ha accompagnato i ragazzi ai casting, li ha sostenuti dal punto di vista psicologico, sono tutti e due molto timidi e introversi, si aprono cantando, e la maestra è un punto di riferimento, che alla fine quando sono rientrati in sede dopo le prime apparizioni in tv ha voluto festeggiarli».

Una fucina di talenti, insomma. Cosa augurate per il prossimo anno a questi e a tutti i ragazzi che sognano un futuro nella musica?
«È stato un onore per noi avere ben due concorrenti in gara, crediamo molto nella squadra, sia con il corpo docenti, tutti di gran livello, sia tra i ragazzi, che non fanno solo lezioni individuali, ma si dedicano anche all'armonia, al solfeggio di gruppo, alla musica d'insieme. E poi il sogno è di continuare a formare i giovani in modo sano, perché la musica è una cosa sana e semplice, e i più grandi della storia sono proprio quelli che hanno conservato quest'umiltà e dedizione».

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