Netflix
Ammaliante «Virgin River» gioie, dolori e solidarietà fra i monti della California
C’è una serie che da qualche anno sta ammaliando gli spettatori di Netflix, da poco è infatti uscita anche la quinta stagione di Virgin River. Ambientata in un’immaginaria cittadina di montagna della California (le riprese sono state prevalentemente in Canada), circondata da boschi di sequoie ed acque cristalline, che la solidarietà dei suoi abitanti ha trasformato in una comunità perfetta, trasparente, piena di gioia. Qui è possibile, anzi diremmo è impossibile, non inciampare nell’anima gemella, elaborare i traumi del passato, insomma diventare migliori, nonostante tutto. Il posto è deliziosamente romantico ma sotto la superficie, come il fiume ribelle che l’attraversa, scorrono intrighi, sventure e lutti: nella vita reale, ognuno ha un segreto da difendere. La trama sembra molto semplice, Mel (Alexandra Breckenridge) non è stata fortunata, né come infermiera né come moglie e madre. Così decide di lasciare tutto e scappare, appunto, nella remota Virgin River. Trova lavoro tramite Hope, moglie dell’unico dottore della zona, Vernon Mullins, che Mel scoprirà, recalcitrante e poco incline a farsi aiutare. Intorno a lei girano una miriade di personaggi, con tante sfaccettature. Uno dei punti di forza della serie, che nutre di nuova linfa ogni episodio. A incominciare da Jack (il fascinoso Martin Henderson), proprietario del bar che cerca di darle una mano a restaurare la baita che ha preso in affitto. Tra i due è amore a prima vista, però Jack nel frattempo ha una relazione molto casual con la parrucchiera del luogo, Charmaine. Malinconica, consolatoria, avvincente a volte ripetitiva, eppure un grande esempio di scrittura e recitazione.