Rai Storia

Sibilla Aleramo e le donne agli inizi del ‘900

Redazione Spettacoli

Giornalista, scrittrice, femminista. Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, è la prima in Italia a denunciare per iscritto, attraverso il suo romanzo, Una donna, il ruolo delle donne nella società all’inizio del Novecento, dando un importante contributo al dibattito sulla questione femminile. Le dà voce e volto Rosa Palasciano nel faccia a faccia con Angela Rafanelli in «Il segno delle donne», in onda stasera alle 21.10 su Rai Storia. Nata ad Alessandria il 14 agosto 1876, a 12 anni si trasferisce a Civitanova Marche insieme alla sua famiglia. Ancora adolescente, inizia a lavorare nella fabbrica di vetro diretta da suo padre e subisce uno stupro da parte del contabile dell’azienda, che è costretta a sposare. Prigioniera di un matrimonio con un marito violento, cerca una via di fuga nella maternità, ma nemmeno la nascita di suo figlio Walter riesce a migliorare.

In quel periodo, inizia a scrivere per alcuni giornali e a collaborare con riviste femministe. Si trasferisce di nuovo a Milano per seguire suo marito ma, nel 1902, decide di lasciare il tetto coniugale, soffrendo molto per la separazione da suo figlio. Si trasferisce a Roma dove ha una lunga relazione con lo scrittore Giovanni Cena. Nel 1906, pubblica il suo primo libro, Una donna, fortemente autobiografico, che ha un grande successo e che firma con il nome di Sibilla Aleramo. Nel 1910 frequenta Vincenzo Cardarelli ma la storia dura poco. Un’altra relazione appassionata, ma breve, la vive con Umberto Boccioni, uno dei massimi esponenti del Futurismo. Nel 1913, a Parigi, conosce Gabriele D’Annunzio, con cui nasce un’amicizia. Durante la Prima guerra mondiale s’innamora del poeta toscano Dino Campana. Il rapporto, è tormentato a causa dei disturbi psichici di cui soffre Campana e Sibilla decide di lasciarlo. 

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