punti di vista

L’alfabeto semiserio dell’autunno materano

Mariateresa Cascino

Modi di dire che riflettono il folclore cittadino

Dopo la consueta uscita dell’alfabeto semiserio dedicato all’estate materana, ecco qui un abbecedario creativo che dalla A alla Z raccoglie modi di dire e parole che riflettono, in questo autunno dalle sfumature colorate, un po’ di folclore del mood cittadino.

A, come A Mamt: tormentone e simbolo di una parlata colorita, meglio da usare in senso scherzoso che offensivo, anche se offensivo qualche volta ci sta. Biscì: menzogna, fake news, usanza abbastanza democristiana, ma ormai fenomeno dilagante.C’Crustvàl: Se Cristo vuole, formula apotropaica che serve a non sfidare il destino. Durm’ durm: bradipo nostrano, tipico cittadino attufato che dorme anche in piedi. Ecch’tqué!:eccoti qua! Sei arrivato pure tu. Espressione di benvenuto per chi di questi tempi cambia casacca. Fanfaròn:creatura sonora, metà uomo, metà tromba, si vanta da solo e non vale un fagiolo.

Gistìzztov’ à bnì:sfogo d’ira, augurio al rovescio, perché la giustizia non è mai abbastanza. Huì!:modo contadino per spronare le bestie al tiro, incitando a non fermarsi. Un po’ come fanno certi caporali con i loro cadetti. Ijràmagn: incarnazione verde della testardaggine della natura, la gramigna è l’erba non richiesta, ritorna nonostante tutto e resiste, come certi personaggi sinistri cittadini. Jèmm’n: uomo maschio, capo branco, sempre più modello di forza tragico grottesca.

Linguaccìt: esempio di telegrafo umano molto diffuso, con il suo pettegolezzo intossica ambienti sani e trasforma dettagli insignificanti in notizie da prima pagina. Mbarè: imparare, apprendere, elisir di lunga vita per gli umili e i curiosi. Bravi quelli che vogliono sempre mbarè, sono la speranza in un mondo di “so tutto io”. Ndràplè: l’arte del raggirare con classe, diffusa e praticata tra spettacolare furbizia e coreografica malizia. Ò’bnnì: verrà, si unirà a noi. Nel futuro dell’attesa, l’espressione è tipicamente usata nei periodi di transumanza politica mediterranea autunnale.Pagnètt:di forma rotonda e molto appetibile, la pagnotta è l’oro di tutti i giorni, il bottino quotidiano. Può generare avidità e cambi di casacca repentini. Quatapén: assessore per l’igiene nel tempo antico, meglio conosciuto come catapano, esercita potere amministrativo e militare. Generalmente, ieri come oggi, poco simpatico.

Ricchiàn: dal significato ambivalente, oltre a indicare l’omosessualità innocua, si riferisce pure agli scapaccioni che chi cambia casacca merita di ricevere tra guancia e orecchio. Salsùzz:espressione colorita di arrendevolezza dal sapore gustoso e teatrale. Tacchnèd: attenzione, perché non sa tenere i segreti! Uasciàzz: divertimento popolare, quando crea uguaglianza gioiosa è una vera forza democratica. V’ntlè: buttare al vento, come quando si cambia casacca e i valori se li porta Eolo.

Zaraffon: praticamente, siamo circondati.

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