Punti di vista

Ma l’unico «uomo solo al comando» era Fausto Coppi

Giuse Alemanno

Sta succedendo di nuovo. Comunque vada a finire, la crisi umana, politica e amministrativa della città di Taranto segna un confine che è stato già attraversato

Sta succedendo di nuovo. Comunque vada a finire, la crisi umana, politica e amministrativa della città di Taranto segna un confine che è stato già attraversato. Sconcertante risulta, così, la consapevolezza che il tentativo strenuo di custodire il proprio ruolo, solo e soltanto nel modo in cui si concepisce, impedisca di vedere quali conseguenze tale agire provochi. Un mandato elettorale, per quanto magnifico, non designa il possesso della capacità di raggiungere i propri fini, ignorando la volontà contraria di altri. Per scavalcare tale empasse (ma l’opposizione non è un empasse!) si cercano scorciatoie, contorsioni. Si prova a trasformare il piombo in oro. Il risultato è effimero. Soprattutto perché i problemi più aspri non arrivano da chi non è stato premiato dall’elettorato, ma da chi – fino a ieri – era considerabile sostegno e forza. Si ricorre, così, a solenni alzate d’ingegno, a furbate sesquipedali. Però finisce sempre che ciò sembrava una astuzia geniale, muti presto in delusione e scorno. Perché ‘un uomo solo al comando’ funziona solo se ti chiami Fausto Coppi. E comandare non è un bel mestiere. Mutuando una analisi di Charles Lindblom, può configurarsi accumulo di potere anche la creazione di apparati burocratici, sia pubblici che privati, che assommano un grado elevatissimo di capacità di controllo politico e economico, al punto che diventa impervio capire dove uno cominci e l’altro finisca. Questa via, in una città con la storia politica come quella che ha Taranto, non è percorribile. Da queste parti gli accumuli di potere sono irricevibili e, di solito, degenerano. Quindi finirà male. Anzi: è già finita male. Anche se intervenisse il solito miracolo, è già finita male. Perché chi raggiunge autorevolezza non ha bisogno di esercitare il potere di coercizione, tecnico, di disposizione o di manipolazione. Chi ricorre a qualsiasi forma di potere non sarà mai autorevole. A tale oggettività bisogna aggiungere che a Taranto è difficile costringere chiunque a ingoiare qualcosa di disarmonico alla propria direzione umana. Quindi è finita. Anche se si dovesse trovare una soluzione, è finita. Ma non bisogna preoccuparsi più di tanto. La degenerazione e l’evoluzione della politica sono a stretto contatto: la chiamano anaciclosi questa cosa qua. Una teoria antica che induce a percepire ogni regime come transitorio. Gli unici che restarono refrattari a tale principio furono gli spartani. Che, un bel giorno, attraversarono il mare e fondarono Taranto. Non c’è niente da fare: corsi e ricorsi, corsi e ricorsi…!

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