Condanne per omicidio Marchitelli

BARI - Non ci fu premeditazione nell'omicidio di Gaetano Marchitelli, il garzone quindicenne ucciso per errore cinque anni fa in una frazione di Bari durante una sparatoria tra clan rivali. E' quanto hanno stabilito i giudici della Corte di assise di Bari, leggendo oggi pomeriggio il dispositivo della sentenza al termine del processo.
Le condanne più pesanti - 30 anni di reclusione ciascuno - sono state inflitte ai presunti componenti 'il gruppo di fuoco': Luigi Guglielmi, 25 anni, che secondo l'accusa a bordo di un'auto imbracciò il fucile dal quale partì il proiettile che uccise Marchitelli (il pm aveva chiesto l'ergastolo), Vincenzo Guglielmi (fratello di Luigi), Giovanni Partipilo e Francesco Luigi Frasca (per i tre stessa richiesta era stata avanzata dal pm). Assolto invece Francesco Costa, di 27 anni, così come aveva chiesto anche l'accusa.
Per gli altri 12 imputati, accusati a vario titolo di aver partecipato alla faida tra i clan Di Cosola e Strisciuglio, il pm aveva chiesto un'assoluzione e undici condanne a pene comprese tra i 18 anni e i tre anni di reclusione.

Dopo la lettura della sentenza ci sono stati momenti di tensione. Il presidente della Corte d'assise di Bari, Salvatore De Feo, il pm Desiree Digeronimo, il giudice a latere Scamarcio e due giudici popolari sono rimasti per decine di minuti bloccati nel palazzo di Giustizia, a causa delle proteste dei familiari di alcuni imputati.
I manifestanti, infatti, hanno circondato le varie uscite dal palazzo obbligando giudici e pm a una permanenza forzata nell'edificio. La prima a riuscire ad allontanarsi è stata il pm, scortata all'esterno da un fitto schieramento di forze dell'ordine dopo una mezz'ora dalla lettura della sentenza. Dopo oltre un'ora è stata la volta di De Feo ad andare via, seguito alla spicciolata dagli altri giudici, tutti scortati.
Tra coloro che hanno protestato più calorosamente la madre dei fratelli Guglielmi, condannati entrambi a 30 anni di reclusione.

Queste le condanne decise dalla Corte di assise: Francesco Abbinante 16 anni; Raffaele Abbinante 4 anni e sei mesi; Salvatore Walter Arganese 15 anni e sei mesi; Pietro Barberio 15 anni e 16 mesi; Andrea Caporusso 17 anni; Cosimo Di Cosola 17 anni; Antonio Lasorsa 4 anni e sei mesi; Domenico Marzullo 17 anni; Angela Maria Masciopinto 2 anni (pena sospesa); Domenico Masciopinto 17 anni e sei mesi; Luigi Schingaro 15 anni e sei mesi. Assoluzione per Nicola Murgolo, così come chiesto dal pubblico ministero.

Per l'omicidio era già stato condannato con rito abbreviato in appello a 30 anni di reclusione Domenico Masciopinto, di 23 anni, anche lui accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco che uccise per errore Marchitelli.
I veri obiettivi della sparatoria infatti, secondo gli inquirenti, erano i cugini Michele e Raffaele Abbinante, di 30 e 26 anni, ritenuti appartenenti al clan Strisciuglio. La sera del 2 ottobre 2003 i due cugini erano in un gruppo di persone che sostava dinanzi ad una pizzeria. I componenti del gruppo di fuoco spararono ma un proiettile colpì a morte Marchitelli, mentre un suo conoscente di 14 anni rimase ferito.

I giudici hanno anche condannato gli imputati al risarcimento dei danni, da stabilire in separata sede, fissando una provvisionale di 100mila euro ciascuno in favore sia del Comune di Bari che dei famigliari di Gaetano Marchitelli, di 20mila euro in favore dei parenti di un amico di Marchitelli, all'epoca minorenne, che rimase ferito.
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