Il sogno (sfumato) di Almo finalista a Masterchef

di Daniela D’Ambrosio

BARI - «Almo, il vero vincitore di Masterchef per noi sei tu».

Questo il post più ricorrente sulle pagine Facebook immediatamente dopo la proclamazione che ha assegnato la palma della vittoria a Federico Francesco Ferrero. Il trentanovenne medico di Torino ha avuto la meglio in finale contro il «nostro» Almo Bibolotti, trentanove anni, barese, laureato in legge, assicuratore e promotore finanziario oltre che titolare, insieme alla moglie, Giovanna Ranieri, di un hotel a cinque stelle per cani.

Nel corso delle tante puntate, andate avanti per mesi, del programma record di ascolti su Sky Uno, Almo ha conquistato tutti. È stato il favorito fino alla fine, quotato addirittura da un’agenzia di scommesse a 1,40 contro l’uno a sei di Federico. Ma non è andata così. Qualche incidente di percorso e qualche «ombra» di cui tanto si parla nelle ultime ore, hanno portato a un risultato diverso.

«Non recrimino la sconfitta - dice Almo alla Gazzetta sfogando la sua amarezza - e non voglio nemmeno lanciare strali contro presunti complotti. Voglio solo salvaguardare la mia idea di cucina legata a qualità, semplicità, gusto, colore e profumo, la mia cucina accessibile a tutti».

Ritiene che la sua idea sia stata messa in discussione?

«No, so che è vincente. Ma qualche volta è stata un po’ bistrattata anche dal mio stesso avversario che l’ha definita “la cucina della nonna Maria”. E poi i prodotti della nostra terra non vengono mai valutati come meritano. Mi sono trovato a Milano, in un ristorante in cui non c’era, nella carta dei vini, un solo vino pugliese. E non si può certo dire che non sappiamo fare il vino».

Quindi è una vittoria del Nord sul Sud?

«Non voglio metterla così. La cucina deve unire, non dividere. Voglio solo difendere strenuamente le nostre tradizioni contro un po’ di snobismo e un po’ di esterofilia».

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