Sparito e morto sotto treno aveva un tesoro in Svizzera l'ingenere-velista brindisino

BRINDISI - Aveva un tesoro in Svizzera Paolo Damian, l’ingegnere elettronico scomparso per alcuni giorni dalla Lega navale di Brindisi - dove viveva all’interno della sua prestigiosa barca a vela di 12 metri - e morto poi sotto un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Trecate, nel Novarese, lungo la tratta Torino-Milano. Una morte dai contorni ancora non del tutto chiari, sebbene le autorità piemontesi stiano indagando nell’ambito di un’inchiesta in cui si procede per suicidio.

A non convincere sono innanzitutto una serie di aspetti caratteriali della vittima, che secondo chi lo aveva conosciuto bene a Brindisi - presso la Lega navale, dove era letteralmente di casa da quasi dieci anni, avendo li la barca in cui svernava in attesa delle sue crociere primaverili in solitaria, in ogni angolo del Mediterraneo - non era affatto tipo da compiere gesti estremi come il suicidio.

L’azienda produttrice di software che l’ingegnere Damian aveva fondato molti anni fa, e che vendette (mantenendo solo delle quote residuali) prima di venire a Brindisi, gli aveva fruttato diversi miliardi delle vecchie lire che, secondo i soliti bene informati, aveva depositato su un conto svizzero. Un patrimonio che gli fruttava parecchio, da cui di tanto in tanto prendeva qualche «spicciolo» da reinvestire in affari sparsi un po’ in giro per il mondo.

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