«Lo stipendio non c’è» operaio sviene per una crisi convulsiva

TARANTO - Colto da malore (una crisi convulsiva) dopo la notizia dell’ennesimo slittamento dello stipendio. Dramma del lavoro e sul luogo di lavoro. E’ accaduto in un’azienda metalmeccanica di Taranto, protagonista, suo malgrado, un trentenne brindisino. Ieri gli operai della Tecnomec (con sede a Taranto nell’area ex Belleli) attendevano dopo due mesi di mancata retribuzione la busta paga relativa alle spettanze di marzo. Purtroppo però, all’ora della pausa pranzo - intorno alle 13 -, agli operai, circa un centinaio, è stato comunicato l’ennesimo slittamento della retribuzione. Antonio Greco di Torchiarolo, tubista, è stato quindi colto da un malore dopo aver appreso la notizia.

Da rilevare che il pagamento dello stipendio era già in ritardo di una settimana rispetto alle precedenti promesse. L’uomo, padre di tre figli e con qualche debito accumulato negli ultimi mesi a causa dei ritardi nella corresponsione degli stipendi, non ha retto. Dopo aver appreso il fatto, la sua collera è esplosa. Prima con imprecazioni, poi la stessa collera lo ha «divorato» procurandogli un malore per il quale è poi svenuto. 
La scena, drammatica, è avvenuta sotto gli occhi dei colleghi, i quali, dopo averlo soccorso, sono tornati amareggiati al lavoro, accettando oltre al dramma che si era appena consumato sotto i loro occhi, anche la notizia del loro mancato pagamento degli stipendi. Ieri al personale della Tecnomec avrebbe dovuto essere distribuita la busta paga di marzo con una settimana di ritardo, ma loro non hanno fatto una piega e sono tornati alle loro attività. Sul posto, a soccorrere l’operaio, sono giunte anche due ambulanze. 

Gli operai parlano di paradosso Tecnomec - di un ingegnere di Altamura -, la quale avrebbe commesse importanti nella metalmeccanica, dove costruisce impianti e scambiatori di calore, e della carpenteria pesante. Gli operai si chiedono come mai, nonostante il lavoro ci sia, per loro lo stipendio non arrivi. Quanto avvenuto ieri è l’altra faccia del dramma lavoro, dove la disoccupazione certo uccide ma dove anche chi è lavoratore attivo rischia di essere stritolato. [A.Portolano]
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QUALCHE GIORNO DOPO LA NOTA DELL'AZIENDA
In relazione a due articoli a firma di Antonio Portolano, uno pubblicato sulla «Gazzetta» del 3 maggio e l’altro sull’edizione web della stessa «Gazzetta » e relativa al malore di un operaio originario di Torchiarolo, intitolati rispettivamente «Taranto, lo stipendio ritarda ancora, grave malore per operaio di Torchiarolo» e «Lo stipendio non c’è, operaio sviene», l’ing. Carlo Martino, in qualità di presidente della Tecnomec Engineering srl, fa presente che «gli articoli riportano informazioni sbagliate che potrebbero mettere a rischio il futuro dell’azien - da». «Nei due articoli - fa presente Martino - si parla di ritardi sistemici, di mesi, nella corresponsione degli stipendi al punto che alla data della pubblicazione non sarebbe stato, ancora, corrisposta la mensilità di marzo 2013. Nulla di più falso. Se di ritardi si è trattato, vista la crisi congiunturale del momento, questi si sono aggirati massimo in quattro- cinque giorni lavorativi e non di più. Slittamento comunicato e concordato con le rappresentanze sindacali aziendali. Inoltre l’articolo cartaceo parla di una retribuzione di 700 euro al mese, anche questo dato è palesemente falso, come risulta dalla busta paga e dai relativi atti contabili. L’operaio in questione porta a casa uno stipendio pari a 1.594 euro a febbraio e 1.600 a marzo in conformità con quanto previsto dal suo contratto collettivo nazionale». «Inoltre - conclude Martino - nei due articoli non si parla dei anni che l’operaio in questione ha provocato all’azienda in quell’occasione e delle minacce verbali rivolte a un suo superiore che per suo conto adirà le competenti sedi giudiziarie».
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