Manduria, ginecologo che chiamò ex primario durante un'operazione si difende: «Amareggiato»

di Maria Rosaria Gigante

MANDURIA - «Sono profondamente amareggiato. Ritengo ingiusto questo provvedimento di sospensione nei miei confronti». A parlare è Bartolo Punzi, primario facente funzioni dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Giannuzzi di Manduria, il medico che il direttore generale dell’Asl Taranto, Fabrizio Scattaglia, giovedì scorso ha sospeso dal servizio per trenta giorni per le inadempienze di carattere procedurale e sanitario riscontrate dalla commissione d’indagine istituita il 25 agosto dalla stessa direzione generale. La vicenda ha scatenato un vero e proprio putiferio e una sequela di polemiche oltre che una ridda di ulteriori voci e sospetti. In due diverse situazioni, il 27 luglio e poi il 9 agosto scorsi, il dottor Punzi si sarebbe visto costretto a far correre urgentemente in sala operatoria in suo aiuto in situazioni che a suo dire stavano per scappargli di mano l’ex primario dello stesso reparto, il dottor Paolo Di Mase, in pensione da due anni ormai. Lui e non altri diretti superiori, come sarebbe stato logico, solo perché Di Mase poteva garantire - ad avviso di Punzi - un arrivo tempestivo a Manduria abitando nelle vicinanze.

Tra le tante voci che ora si rincorrono quelle che non si sia trattato di due soli casi, o che le donne finite in sala operatoria, a cui è stata praticata una isterectomia per le gravi complicanze che si stavano manifestando, fossero in realtà pazienti seguite dallo stesso Di Mase. Al di là di tutto, però, domenica scorsa è stato lo stesso Di Mase a spiattellare tutto ai giornali stigmatizzando il fatto che, invece di essere sospeso, il dottor Punzi avrebbe meritato un encomio per aver esclusivamente pensato, in quei tragici momenti, a salvare due vite umane. Ma i componenti della commissione disciplinare - a cui pure sono stati inviati tutti gli altri componenti delle équipe intervenute in entrambi i casi e lo stesso direttore sanitario del nosocomio di Manduria, Franco Menza - non l’hanno pensata così. E hanno deciso, al momento, per la sospensione del primario facente funzione, peraltro chiamato a prestare servizio nell’ospedale di Grottaglie dopo la chiusura, lo scorso primo settembre, del punto nascita di Manduria così come previsto dal piano sui punti nascita attuato dalla giunta regionale.

Dottor Punzi, dopo tutto ciò che è accaduto in questi giorni, come commenta?

Non voglio assolutamente commentare. Potete parlare col mio avvocato. Io mi astengo da ogni commento. Non voglio saperne nulla, posso solo dire che non sto bene e che ritengo ingiusto il provvedimento disciplinare nei miei confronti.

Lei, in qualità di consigliere provinciale Pd, si era anche dimesso dal suo partito in segno di protesta contro la decisione di chiudere il punto nascita di Manduria, nel quale operava…

Sì, ma questa è un’altra storia. Non ha nulla a che vedere con i fatti per i quali sono stato così duramente colpito. Ho lavorato per 30 anni per questa Asl, senza fare polemiche, ho dato tutto per questo lavoro. Ed ora vengo trattato così. Tutto mi sarei aspettato, tranne che questa cosa.

Se, però, nelle situazioni in cui si è trovato, avesse attivato il protocollo che prevede di rivolgersi ai responsabili dell’Asl…

Io ho pensato solo alla salute ed alla vita di quelle donne. Ho fatto quello che ritenevo più giusto fare in quel momento, chiamare il medico che poteva raggiungermi in brevissimo tempo.

Ma è accaduto altre volte?

No. Assolutamente, no. Ora basta. Spero solo che si chiarisca presto tutto nell’interesse di tutti e che si riprenda con serenità il nostro lavoro.

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