Le stimmate fanno soffrire Padre Pio anche da santo Il frate tra fedeli e detrattori
di ANNA LANGONE
Le stimmate, quel fenomeno che tanto fece soffrire Padre Pio in vita, continuano a pesare anche ora che è santo. Per i milioni di fedeli del frate di Pietrelcina le sue piaghe sono vere e miracolose da sempre, per la Chiesa no: dieci anni fa, quando Papa Wojtyla ha canonizzato Padre Pio, non ha posto l'aureola anche sulle sue ferite sanguinanti, che per diventare «sante» hanno bisogno di un nuovo processo. Quelle piaghe così profonde da aprire nelle mani fori che facevano passare la luce, per i detrattori del santo auto- inferte da Padre Pio a colpi di acido fenico, non sono ancora per la Chiesa una manifestazione soprannaturale. E come tale, non sono state necessarie per proclamarlo santo.
Non servono i carismi per innalzare i beati agli altari: le piaghe di Cristo che Padre Pio, primo sacerdote nella storia, portò impresse per circa mezzo secolo, come i profumi di fiori, la bilocazione, le sue tante malattie, non hanno contato nulla ai fini della canonizzazione. Ciò che conta per arrivare a quella «eroicità delle virtù» riportata nel decreto di canonizzazione sono i miracoli: quello su Consiglia De Martino, la donna campana salvata dopo la rottura del dotto toracico, che fece diventare Padre Pio beato il 2 maggio 1999 e il miracolo sul piccolo Matteo Colella di S. Giovanni Rotondo, guarito dalla meningite fulminante nel gennaio 2000, che fece avanzare Padre Pio sul gradino più alto della santità.
Fu il vice postulatore della causa di Padre Pio, padre Gerardo di Flumeri, a battersi perché accanto alla Commissione composta da teologi, medici e biblisti, che si era costituita dieci anni fa per insignire San Pio del titolo di dottore della Chiesa, se ne insediasse un'altra mirata proprio ad ottenere il decreto di riconoscimento della santità delle stimmate. Nella storia della Chiesa sono molti i santi stigmatizzati, ma soltanto i patroni d'Italia, San Francesco e Santa Caterina da Siena, hanno ottenuto il riconoscimento della soprannaturalità delle loro piaghe, con documenti pontifici e, nel caso del santo di Assisi, con un’apposita liturgia, cioè la festa delle stimmate. Al momento però non c'è nessuno che raccolga l'eredità di padre Di Flumeri, scomparso nel 2005. Padre Pio non è diventato Dottore della Chiesa e sono stati interrotti quegli accertamenti medici sulle escare (cioè le crosticine delle stimmate) che erano partiti all'epoca della canonizzazione: era stato isolato il Dna di Padre Pio da campioni di escare sicure, conservate nel convento di San Giovanni Rotondo.
Padre Pio dunque santo a metà? Le garze intrise del suo sangue, che sono fra le reliquie più venerate (e anche richieste ai frati) non sono testimonianze di santità? Le contraddizioni, i misteri, le rivelazioni che hanno sempre costellato la figura di Padre Pio, non lo abbandonano. E così i dubbi e le perplessità della Chiesa, che proprio sulla questione delle stimmate hanno riempito gli archivi del Santo Uffizio, s'infrangono sul riconoscimento delle stimmate fatto da un pontefice, un altro successore di Pietro amico del frate come Wojtyla, che volle avvalorare la veridicità delle stimmate, pur non certificandola.
Fu Papa Paolo VI, in un discorso ai frati negli anni ‘70, a pronunciare una frase poi incisa sulla tomba del Santo: Papa Montini definì «Padre Pio rappresentante stampato delle stigmate di Nostro Signore». E la liturgia seguita dalla beatificazione in poi prevede la lettura della lettera di San Paolo ai Galati che recita: «Io porto in me le stigmate di nostro Signore».
Le stimmate, quel fenomeno che tanto fece soffrire Padre Pio in vita, continuano a pesare anche ora che è santo. Per i milioni di fedeli del frate di Pietrelcina le sue piaghe sono vere e miracolose da sempre, per la Chiesa no: dieci anni fa, quando Papa Wojtyla ha canonizzato Padre Pio, non ha posto l'aureola anche sulle sue ferite sanguinanti, che per diventare «sante» hanno bisogno di un nuovo processo. Quelle piaghe così profonde da aprire nelle mani fori che facevano passare la luce, per i detrattori del santo auto- inferte da Padre Pio a colpi di acido fenico, non sono ancora per la Chiesa una manifestazione soprannaturale. E come tale, non sono state necessarie per proclamarlo santo.
Non servono i carismi per innalzare i beati agli altari: le piaghe di Cristo che Padre Pio, primo sacerdote nella storia, portò impresse per circa mezzo secolo, come i profumi di fiori, la bilocazione, le sue tante malattie, non hanno contato nulla ai fini della canonizzazione. Ciò che conta per arrivare a quella «eroicità delle virtù» riportata nel decreto di canonizzazione sono i miracoli: quello su Consiglia De Martino, la donna campana salvata dopo la rottura del dotto toracico, che fece diventare Padre Pio beato il 2 maggio 1999 e il miracolo sul piccolo Matteo Colella di S. Giovanni Rotondo, guarito dalla meningite fulminante nel gennaio 2000, che fece avanzare Padre Pio sul gradino più alto della santità.
Fu il vice postulatore della causa di Padre Pio, padre Gerardo di Flumeri, a battersi perché accanto alla Commissione composta da teologi, medici e biblisti, che si era costituita dieci anni fa per insignire San Pio del titolo di dottore della Chiesa, se ne insediasse un'altra mirata proprio ad ottenere il decreto di riconoscimento della santità delle stimmate. Nella storia della Chiesa sono molti i santi stigmatizzati, ma soltanto i patroni d'Italia, San Francesco e Santa Caterina da Siena, hanno ottenuto il riconoscimento della soprannaturalità delle loro piaghe, con documenti pontifici e, nel caso del santo di Assisi, con un’apposita liturgia, cioè la festa delle stimmate. Al momento però non c'è nessuno che raccolga l'eredità di padre Di Flumeri, scomparso nel 2005. Padre Pio non è diventato Dottore della Chiesa e sono stati interrotti quegli accertamenti medici sulle escare (cioè le crosticine delle stimmate) che erano partiti all'epoca della canonizzazione: era stato isolato il Dna di Padre Pio da campioni di escare sicure, conservate nel convento di San Giovanni Rotondo.
Padre Pio dunque santo a metà? Le garze intrise del suo sangue, che sono fra le reliquie più venerate (e anche richieste ai frati) non sono testimonianze di santità? Le contraddizioni, i misteri, le rivelazioni che hanno sempre costellato la figura di Padre Pio, non lo abbandonano. E così i dubbi e le perplessità della Chiesa, che proprio sulla questione delle stimmate hanno riempito gli archivi del Santo Uffizio, s'infrangono sul riconoscimento delle stimmate fatto da un pontefice, un altro successore di Pietro amico del frate come Wojtyla, che volle avvalorare la veridicità delle stimmate, pur non certificandola.
Fu Papa Paolo VI, in un discorso ai frati negli anni ‘70, a pronunciare una frase poi incisa sulla tomba del Santo: Papa Montini definì «Padre Pio rappresentante stampato delle stigmate di Nostro Signore». E la liturgia seguita dalla beatificazione in poi prevede la lettura della lettera di San Paolo ai Galati che recita: «Io porto in me le stigmate di nostro Signore».