Crollo a Torremaggiore Ora s’indaga sui perché

di Antonio D’Amico

TORREMAGGIORE - Una fuga di gas o forse l’esplosione di una bombola (ne sono state sequestrate tre). Seguono queste ipotesi le indagini dei carabinieri coordinate dalla Procura di Lucera per spiegare i motivi che hanno provocato la forte esplosione che, martedì sera, ha praticamente sbriciolato come farina due palazzine tra i civici 4 e 10 di via La Malfa, lesionandone almeno altre tre o quattro. Due le vittime di questo incidente: Angela Maria Orlando, pensionata di 74 anni, e Luigi Lamedica, 61 anni. Abitavano rispettivamente a civici 4 e 6 dello stabile imploso per la deflagrazione; ferita una terza persona, una donna, Nunziata Capuozzi, ricoverata all’ospedale “Masselli Mascia” di San Severo per un forte shock. Niente di preoccupante solo precauzioni e una dose di sedativi.

E’ continuata fino a ieri sera tardi l’opera di bonifica dell’area della tragedia. Ruspe, investigatori e vigili del fuoco sono rimasti al lavoro tutta la giornata per individuare particolari o indizi con cui dare una chiave di lettura all’incidente verificatosi alle 22.20 di martedì (ne abbiamo parlato sull’edizione di ieri) quando un boato ha squarciato il silenziO in via La Malfa, strada di un quartiere storico del paese alle spalle del castello ducale e della villa comunale. Detriti, mattoni, schegge e punte di metallo sono stati scagliati a diverse decine di metri con una forza incredibile. Tante le serrande dilaniate dalla forza dell’esplosione: fortunatamente non si lamentano feriti ma solo danni a cose. Un qualsiasi ostacolo umano avrebbe potuto correre seri rischi.

Le prime ad accorrere sono state alcune famiglie di extracomunitari le cui abitazioni s’affacciano sulla piazza, poi l’arrivo della prima abulanza del “118” e il via vai crescente di soccorritori, con vigili del fuoco e carabinieri in prima linea e poi man mano operatori della protezione civile e tutte le altre forze dell’ordine con arrivi dal capoluogo e dai comandi limitrofi. In pochi minuti la strada si trasforma in un groviglio di mezzi mentre le fotocellule iniziano a “sbirciare” tra i cumuli di macerie alle ricerche di un segnale, di un qualcosa che lasciasse pensare a una vita da salvare. C’è chi addirittura sente di avvertire un lamento, poi s’inizia a rimuovere i calcinacci con l’ausilio di escavatori. Iniziano le ricerche anche in via Tanzi, alle spalle del luogo dell tragedia. E da qui che, circa un’ora dopo, scendono le famiglie dei superstiti, e da qui che i pompieri individuano subito dopo il corpo senza vita della Orlando. Si scava con le dovute attenzioni per evitare la caduta di pareti pericolanti.

Le ricerche continuano. Estenuanti. Si scava per ore tra macerie, perdite di acqua potabile rischi in agguato. Facendo attenzione a quanto affiorava dal fondo del cratere che man mano si apriva alla vista di quanti stavano pestando soccorso e lavorando.

Il corpo di Luigi, l’uomo che viveva da solo in uno dei bassi schiacciati dal crollo, non si trova. Quasi fosse stato ingoiato dalle viscere della cantina sottostante riempiti dall’implosione.

Si va avanti così tutta la notte mentre il popolo dei curiosi abbandona pian piano il “teatro dello spettacolo”, complice una temperatura sempre più rigida e la stanchezza che affiora anche in chi non ha niente da fare che curiosare.

Via vai di uomini e mezzi, con il colonnello Antonio Diomeda e il capitano Antonio Bisogno, comandante della locale compagnia dei carabinieri, a coordinare gli interventi. Si prosegue così fino alle prime luci dell’alba. Intorno alle 8 le ruspe si fermano: dai laterizi emergono i resti di Lamedica. Il cadavere viene rimosso e trasferito all’obitorio del cimitero di San Severo dov’era stato già trasferito quello della Orlando. Da una prima ispezione cadaverica sembra certo che il decesso sia stato provocato da soffocamento. I corpo sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Tecnici comunali al lavoro per verificare la staticità degli edifici circostanti. Alcuni rischiano di essere dichiarati.
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