Il paracadute non si apre muore poliziotto leccese

LECCE - Èra la sua grande passione, il paracadutismo. E purtroppo, proprio quello alla fine l’ha tradito. Il lancio va male, il paracadute non si apre e Alessandro Spedicato, 34 anni, di Lecce, finisce addosso al suo compagno, Mariano Del Medico, 35 anni, di Torino.

Si scontrano in aria, ad 800 metri d’altezza, e poi precipitano, schiantandosi al suolo, già morti.

È successo nel tardo pomeriggio di ieri, al Campovolo di Reggio Emilia. Alessandro, poliziotto in servizio nella squadra mobile di Milano, decolla insieme al suo gruppo, una decina di persone che facevano parte della Body Fly University, alle 18 e 36. Doveva essere un lancio come tanti altri. Pur non essendo un esperto, lo aveva già fatto centinaia di volte. Lo testimoniano le tante foto sul suo profilo facebook che lo ritraggono durante i raduni fra paracadutisti.

Prima di lui, si lancia in volo Mariano Del Medico, 35 anni, residente a Bolzano, in forza al IV Reggimento Alpino Paracadutisti di Verona, istruttore con all’attivo oltre tremila lanci. Alessandro lo segue a ruota. Ma il brivido, che si prova quando ci si getta nell’aria, stavolta non passa. C’è qualche problema. Alessandro tira la maniglietta ma niente. Il paracadute non si apre. Ci riprova un’altra volta, e ancora, ma senza soluzione. È questione di attimi. Alessandro precipita, e finisce sul paracadute di Mariano, che si era lanciato poco prima di lui. Lo sfonda, e finisce addosso al suo istruttore. E’ la fine per tutti e due

Il suo corpo, che nell’impatto al suolo resta decapitato, finisce in una vigna vicino a Villa Curta, sempre nei pressi dell’aereoporto, mentre Del Medico in un campo circa quattrocento metri più in là, dal lato opposto di un casolare.

Quando i paracadutisti si ritrovano, intorno alle 19, si accorgono che Spedicato e Del Medico mancano all’appello e lanciano l’allarme. I carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia, agli ordini del colonnello Giovanni Fichera, poco dopo trovano i loro corpi dilaniati. Sull’attrezzatura di uno dei due è stata trovata una piccola telecamera, che potrà servire per ricostruire l’esatta dinamica. I genitori di Alessandro, non appena ricevuta la notizia, hanno lasciato la loro abitazione di via Gallo, al civico 22, per raggiungere Reggio Emilia.

[l.cap.]
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