Ex sindaco Tremiti: il col. Gheddafi non è più mio amico
ROMA - "Quello che è successo recide anche un’amicizia, non si può andare oltre i diritti umani. Viene solo da piangere".
Lo dichiara all’Adnkronos l’ex sindaco delle isole Tremiti, Giuseppe Calabrese che propose nel 2009 di vendere alla Libia l’Isola Di Pianosa e che si è sempre dichiato amico del leader libico, ricevendo anche l’Al Fatha, onorificenza di amicizia conferita dalla Libia per aver fatto costruire sull’isola di San Nicola un sacrario dove sono seppelliti i resti di 400 libici morti per un’epidemia di tifo dopo lo sbarco tra il 1911 e il 1912.
"Quasi due mesi fa - continua - inviai un messaggio personale al colonnello dicendogli che dissentivo da quello che si stava prospettando. Purtroppo però oggi i commenti sono tragici. Non avrei mai desiderato che si arrivasse a questo punto. La mia amicizia va prima al popolo libico".
"Spero che il colonello faccia un gesto umanitario lasciando tutto e affidandosi a quello che è il volere del popolo e il suo giudizio - conclude - Gheddafi deve ora dare conto dei suoi gesti, il potere viene dal popolo e con il popolo deve ricongiungersi. Neanche un amico, per quanto sia profonda l’amicizia si può permettere certe
cose".
Lo dichiara all’Adnkronos l’ex sindaco delle isole Tremiti, Giuseppe Calabrese che propose nel 2009 di vendere alla Libia l’Isola Di Pianosa e che si è sempre dichiato amico del leader libico, ricevendo anche l’Al Fatha, onorificenza di amicizia conferita dalla Libia per aver fatto costruire sull’isola di San Nicola un sacrario dove sono seppelliti i resti di 400 libici morti per un’epidemia di tifo dopo lo sbarco tra il 1911 e il 1912.
"Quasi due mesi fa - continua - inviai un messaggio personale al colonnello dicendogli che dissentivo da quello che si stava prospettando. Purtroppo però oggi i commenti sono tragici. Non avrei mai desiderato che si arrivasse a questo punto. La mia amicizia va prima al popolo libico".
"Spero che il colonello faccia un gesto umanitario lasciando tutto e affidandosi a quello che è il volere del popolo e il suo giudizio - conclude - Gheddafi deve ora dare conto dei suoi gesti, il potere viene dal popolo e con il popolo deve ricongiungersi. Neanche un amico, per quanto sia profonda l’amicizia si può permettere certe
cose".