L'arte in cucina per l'intuizione di due tarantine

Due donne, uno scultore, due terre diverse (la Puglia e la Lombardia), la passione per la cucina, l’intreccio fra le forme della rappresentazione gastronomica e quelle dell’espressione artistica. Nasce così, e a prima vista sembra complicato spiegarlo, il progetto «Carving in the kitchen» (Scolpire in cucina), approdato in rete con grande successo sul blog «Ammodomio». 

Allora, andiamo con ordine. Le due donne, innanzitutto, tarantine entrambe: Ornella Mirelli è la blogger di «Ammodomio», la cui traccia portante o filosofia di fondo è racchiusa nel sottotitolo «Cibo e non solo per comunicare emozioni»; Nina De Luca, in gioventù apprezzata giocatrice di basket negli anni gloriosi del Cras, poi «emigrata» al Nord per studiare presso la Scuola Politecnica di design, oggi anche appassionata di cucina, torte soprattutto, probabilmente in omaggio a quella quota di sangue francese che le scorre nelle vene per parte di madre. E lo scultore, a completare il trio: Stefano Bianco, apprezzato artista milanese nonchè marito della De Luca. 

La carriera di Stefano Bianco è lunga e variegata; i suoi lavori vanno dai monumenti alle piccole sculture, dal bassorilievo figurativo alla scultura integrata con l’architettura di interni, dalla lavorazione e assemblaggio di laterizi al marmo di Carrara, al carparo pugliese, alla pietra di Vicenza. Ad un certo punto l’intuizione: se la cucina può essere arte, perché l’arte non può entrare in cucina? Ed allora l’artista lascia il suo atélier e in cucina sceglie i suoi ingredienti, li amalgama, li mescola, li inforna. Quindi plasma la sua materia, l’assembla, le dà vita, ed impiatta la sua opera, proprio come un grande chef, proprio nella cucina di casa sua. La sua creatività ha scoperto spazi nuovi e insospettati, e ne approfitta, realizzando fra pentole e fornelli il suo cibo per l’anima. 

Il tutto, impazza sulla rete. Il blog «Ammodomio» ha proposto di abbinare dodici ricette a 12 sculture di Bianco, e la cosa ha riscosso un successo andato al di là delle aspettative. «Sono praticamente tornato agli inizio della mio percorso, della mia ricerca d’artista - dice Stefano Bianco - a quando iniziai a scolpire a Milano utilizzando il materiale più facilmente reperibile, la pietra metropolitana: il mattone da costruzione». E ora, questa intuizione può evolversi nelle direzioni più disparate: continuare a crescere sul web, ad esempio, ma anche diventare un libro, ospitando l’insolito connubio scultura-cucina. Sempre nel segno dell’arte, ovviamente, che accomuna piaceri della vita come quello visuale, quello tattile, quello olfattivo. [m.com.]
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