Omicidio Scazzi Giudici: «Il sequestro di Sarah c'è stato»

TARANTO – «La smentita» del fioraio Giovanni Buccolieri sul presunto sequestro di Sarah Scazzi il giorno della uccisione della ragazzina «è per definizione sospetta come ogni ritrattazione. Nel caso in esame più che sospetta, assolutamente inverosimile e infondata». Lo scrivono i giudici del tribunale del Riesame di Taranto (presidente De Tomasi, a latere De Michele e Ruberto) nelle motivazioni, depositate poco fa, dell’ordinanza con la quale il 20 giugno scorso hanno respinto il ricorso dei difensori di Cosima Serrano e di Sabrina Misseri, confermando la carcerazione per le due donne accusate dell’omicidio di Sarah Scazzi. Il gip, disponendo l’arresto per le due donne, non aveva accolto per loro l’accusa formulata dalla procura di sequestro di persona.

Il racconto del fioraio di Avetrana Giovanni Buccolieri sul presunto sequestro di persona di Sarah Scazzi da parte di Cosima Serrano il 26 agosto 2010, giorno dell’uccisione della quindicenne, è “dettagliatissimo”. Lo sottolineano i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto in una delle 100 pagine con le quali hanno motivato il rigetto della richiesta di scarcerazione per Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri. Alla circostanza del presunto sequestro i giudici dedicano un ampio capitolo. L’ordinanza del gip che ha disposto l’arresto delle due donne tuttavia ha escluso che dovesse esser loro addebitato il sequestro di persona che invece i pm chiedevano. 

Buccolieri ha parlato del sequestro agli inquirenti il 9 aprile 2011, spiegando di aver visto Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, a entrare nell’automobile di quest’ultima. Due giorni dopo, però, il fioraio, nuovamente interrogato, spiegò che la sua dichiarazione precedente non descriveva la realtà ma un sogno. 

Di “dettagli” i giudici ne individuano ben 17, indicandoli uno per uno. Tra questi “le azioni che aveva compiuto prima di uscire da casa”, “il colore, la marca e il modello della vettura della Serrano”, “i gesti della predetta (braccio e indice rivolto verso la nipote)”, “lo stato d’animo e l'atteggiamento del corpo di Sarah che appariva molto turbata, era ferma, con la testa china e con le spalle quasi poggiate al muro” e altri ancora. I giudici sottolineano inoltre che Buccolieri per due volte, successivamente alla ritrattazione (11 aprile 2011) di quanto affermato nel racconto verbalizzato due giorni prima dinanzi al pm, avrebbe confermato che il racconto era vero. La prima è proprio l’11 aprile, alla domanda “Quando Vanessa (una sua ex commessa anche lei interrogata dagli investigatori, ndr) la esortò a parlare dai carabinieri di quanto aveva raccontato alla stessa, è vero che lei disse che non sarebbe andato perchè aveva paura e di essere un soggetto ansioso per cui voleva rimanere estraneo alla vicenda a tutti i costi?”, il fioraio risponde “Verosimilmente tale circostanza corrisponde al vero...”. E ancora “Buccolieri, in sede di confronto con la moglie, confermava che quell'episodio era realmente avvenuto ed egli vi aveva assistito”.

IL «SOGNO» SOLO UN PRETESTO PER RITRATTARE
“Il sogno è solo un pretesto”: così i giudici del Tribunale del Riesame, motivando il 'nò alla scarcerazione di Cosima Serrano e Sabrina Misseri, definiscono la ritrattazione, da parte del fioraio Giovanni Buccolieri, del suo racconto sul presunto sequestro di Sarah Scazzi poco prima del delitto, il 26 agosto 2010, da parte di Cosima. “Posto che, dagli atti utilizzabili – scrivono i giudici - non è assolutamente evincibile che il Buccolieri sia squilibrato o assuntore di sostanze che provochino alterazioni psicosensoriali nelle percezioni (visive e del pensiero); e tenuto conto che costui è una persona adulta (ma anche i bambini sono capaci di discernere la realtà dai processi onirici), per poter fondatamente sostenere la sua inattendibilità bisognerebbe spiegare la ragione per cui costui (persona timorosa e apprensiva), convocato dai pm il 9 aprile 2011, abbia mentito. Anzi, abbia detto per ben due volte (sit e confronto con la moglie) ciò che egli non avrebbe mai voluto dire, ovvero che quell'episodio era realmente accaduto e che lui ne era stato testimone oculare. E tale quesito – concludono i giudici – resta chiaramente senza alcuna risposta plausibile”. 
I giudici sottolineano, inoltre, che Buccolieri raccontò del presunto sequestro per la prima volta all’allora commessa Vanessa Cerra e non alla moglie perchè con la prima egli aveva una relazione sentimentale extraconiugale, come si evince da alcune intercettazioni. 

SABRINA HA UN FALSO ALIBI ED HA TENTATO DI DEPISTARE
Nell’inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, Sabrina Misseri ha fornito, così come la madre Cosima Serrano, un alibi falso e “ha continuato in tale suo comportamento mendace anche nella ricostruzione dei momenti antecedenti e successivi all’omicidio della cugina”,  scrivono anche i giudici del Tribunale del Riesame, in particolare Sabrina “ha fatto di tutto – è scritto nell’ordinanza – affinchè gli inquirenti non venissero a conoscenza dello stato d’animo della vittima, e ciò anche attraverso un utilizzo artatamente distorto delle dichiarazioni rilasciate ai mezzi di informazione”; inoltre “ha impedito al padre di parlare con terzi della scomparsa della cugina”. E ancora, “ha indirizzato l’attenzione di amici e parenti su altre piste quali quelle del rapimento per prostituzione, del trapianto d’organi e della bandate romena”; ha “adombrato forti sospetti sulle amicizie di San Pancrazio Salentino, asseritamente poco raccomandabili, intrattenute dal padre della vittima”. 

Infine, ha “ripetutamente sostenuto, sin da subito, che la cugina era ormai morta rivelandosi pertanto inutile la spasmodica attività di ricerca”; e “ha tentato di depistare intenzionalmente gli stessi investigatori convocando presso la sua abitazione, circa 10 giorni dopo la scomparsa della vittima, il sovrintendente della Polizia di Stato Lanzo Daniele, suo conoscente, esternandogli ulteriori sospetti sullo zio – Giacomo Scazzi – e invitandolo ad indagate sulla 'gentè di San Pancrazio Salentino”.
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