Latiano, piazza chiusa (4 ore la domenica) ma è quasi rivoluzione
LATIANO - Quella che vedete potrebbe sembrarvi una qualsiasi foto (scattata ieri mattina pochi minuti prima delle 9.30) in via Roma, la strada principale del paese, forse l'unico al mondo, almeno fino a ieri, senza un'isola pedonale. Nello scatto si vede chiaramente (oltre alla storica piazza con la fontana, oggetto di un acceso dibattito che ha sventato il tentativo scellerato di abbatterla) una pattuglia di vigili intenti a far rispettare una ordinanza. Non una ordinanza qualsiasi, ma la madre di tutte le ordinanze: quella che chiude al traffico automobilistico (dalle 9,30 alle 13,30) la piazza stessa. Per adesso solo nei giorni festivi.
Un fatto senza precedenti. Almeno negli ultimi dieci anni, nel corso dei quali su questo tema (la chiusura al traffico e la mancanza di un'isola pedonale) si sono consumati inutili dibattiti, diverse iniziative, e persino raccolte di firme (anche della Gazzetta).
Una foto che a questo punto potrebbe diventare un documento storico se non addirittura il simbolo stesso del tanto annunciato cambiamento che i giovani amministratori di questa giunta hanno cercato invano - in questo primo anno - di spiegare sarebbe stato imminente.
Questa di chiudere la piazza di fatto rappresenta una scelta coraggiosa: per essere da anni una delle questioni più dibattute ed elettoralmente più difficili e per questo mai adottate.
Oggi quella foto, ma soprattutto la bellissima immagine per l'intera mattinata di una piazza senza auto e restituita alla gente rappresenta il punto di inizio di una nuova stagione fatta di scelte coraggiose e l'inizio forse di una maturità amministrativa che potrebbe presagire il «divorzio» tra le idee di questi giovani e inesperti amministratori e quelle dei loro super-consulenti (tre ex sindaci) che in questo primo anno hanno invece puntato su iniziative amministrative tutte, guarda caso, inerenti i difficili settori dell'urbanistica e dei servizi sociali (la lottizzazione della zona «Smargiasso»; la nuova zona Pip/2 su un'area risultata poi archeologica; l'audace e impopolare idea di abbattere la fontana della piazza; la chiusura di un sottopassaggio dimenticato nel programma di dismissione dei passaggi a livello per finire alla agenzia speciale per la gestione dell'ospizio). Decisioni che neppure le coalizioni più durature in passato hanno mai affrontato in così breve tempo. E non per mancanza di coraggio politico.
Insomma, chiudere la piazza - iniziativa mai presa neppure dai super-consiglieri quando erano loro stessi amministratori - forse è la prova che i giovani amministratori vogliono decidere da soli. Se così fosse le stesse voci che darebbero come esaurito il rapporto tra giovani e vecchi amminisratori (oggi consulenti) risulterebbero fondate.
Quale che sia la interpretazione politica, di certo la chiusura - per ora solo domenicale - sembra a molti l'inizio di una vera rivoluzione. Quella dei piccoli passi.
Un fatto senza precedenti. Almeno negli ultimi dieci anni, nel corso dei quali su questo tema (la chiusura al traffico e la mancanza di un'isola pedonale) si sono consumati inutili dibattiti, diverse iniziative, e persino raccolte di firme (anche della Gazzetta).
Una foto che a questo punto potrebbe diventare un documento storico se non addirittura il simbolo stesso del tanto annunciato cambiamento che i giovani amministratori di questa giunta hanno cercato invano - in questo primo anno - di spiegare sarebbe stato imminente.
Questa di chiudere la piazza di fatto rappresenta una scelta coraggiosa: per essere da anni una delle questioni più dibattute ed elettoralmente più difficili e per questo mai adottate.
Oggi quella foto, ma soprattutto la bellissima immagine per l'intera mattinata di una piazza senza auto e restituita alla gente rappresenta il punto di inizio di una nuova stagione fatta di scelte coraggiose e l'inizio forse di una maturità amministrativa che potrebbe presagire il «divorzio» tra le idee di questi giovani e inesperti amministratori e quelle dei loro super-consulenti (tre ex sindaci) che in questo primo anno hanno invece puntato su iniziative amministrative tutte, guarda caso, inerenti i difficili settori dell'urbanistica e dei servizi sociali (la lottizzazione della zona «Smargiasso»; la nuova zona Pip/2 su un'area risultata poi archeologica; l'audace e impopolare idea di abbattere la fontana della piazza; la chiusura di un sottopassaggio dimenticato nel programma di dismissione dei passaggi a livello per finire alla agenzia speciale per la gestione dell'ospizio). Decisioni che neppure le coalizioni più durature in passato hanno mai affrontato in così breve tempo. E non per mancanza di coraggio politico.
Insomma, chiudere la piazza - iniziativa mai presa neppure dai super-consiglieri quando erano loro stessi amministratori - forse è la prova che i giovani amministratori vogliono decidere da soli. Se così fosse le stesse voci che darebbero come esaurito il rapporto tra giovani e vecchi amminisratori (oggi consulenti) risulterebbero fondate.
Quale che sia la interpretazione politica, di certo la chiusura - per ora solo domenicale - sembra a molti l'inizio di una vera rivoluzione. Quella dei piccoli passi.