Spedizioni punitive contro senegalesi denunciati slavi a Lecce
LECCE – Sette cittadini di nazionalità slava, tra cui un 17enne, tutti residenti nel campo sosta 'Panareò sono stati denunciati dagli agenti di polizia della squadra mobile della Questura di Lecce in quanto ritenuti responsabili di un 'raid punitivò compiuto la sera del 13 aprile scorso, all’interno della sala scommesse 'Punto Snaì di via Taranto, nei confronti di un gruppo di cittadini senegalesi che in quel momento seguiva in Tv l'incontro di calcio Inter-Schalke 04.
I sette sono stati identificati grazie alle dichiarazioni fatte dalle vittime subito dopo l’aggressione compiuta con colpi di bastone, calci e pugni. Al momento non è stato ancora possibile stabilire il movente che ha scatenato la spedizione punitiva. Subito dopo aver sferrato pugni, calci e colpi di bastone contro il gruppo di senegalesi, gli aggressori fuggirono via. Poco dopo due cittadini senegalesi andarono al pronto soccorso dell’Ospedale "Vito Fazzi" per sottoporsi a visita medica e lì raccontarono ai poliziotti quanto avvenuto nella sala scommesse. I due riportarono ferite guaribili in sette giorni. Le descrizioni degli aggressori fatte dalle vittime e la visione da parte degli investigatori delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza che si trova all’esterno del locale ha consentito di identificare i presunti responsabili della spedizione punitiva.
I sette sono stati identificati grazie alle dichiarazioni fatte dalle vittime subito dopo l’aggressione compiuta con colpi di bastone, calci e pugni. Al momento non è stato ancora possibile stabilire il movente che ha scatenato la spedizione punitiva. Subito dopo aver sferrato pugni, calci e colpi di bastone contro il gruppo di senegalesi, gli aggressori fuggirono via. Poco dopo due cittadini senegalesi andarono al pronto soccorso dell’Ospedale "Vito Fazzi" per sottoporsi a visita medica e lì raccontarono ai poliziotti quanto avvenuto nella sala scommesse. I due riportarono ferite guaribili in sette giorni. Le descrizioni degli aggressori fatte dalle vittime e la visione da parte degli investigatori delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza che si trova all’esterno del locale ha consentito di identificare i presunti responsabili della spedizione punitiva.