Inchiesta Sanità Laudati: nessun «doppio peso» tra Vendola e Tedesco
BARI – Per la Procura di Bari è «infondata la tesi» secondo cui nelle inchieste sulla sanità pugliese che hanno portato tra l’altro alla richiesta d’arresto per il senatore Alberto Tedesco e alla richiesta di archiviazione per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, l’ufficio «abbia agito distinguendo tra posizioni personali in relazione a fatti sostanzialmente simili». Definisce, inoltre, «decisamente calunniosa la tesi di chi sostiene che le decisioni siano state influenzate da valutazioni extraprocessuali».
È quanto precisa in una nota l’ufficio del procuratore, Antonio Laudati. Il riferimento è alle polemiche politiche e alle accuse di doppiopesismo che sono state rivolte nei giorni scorsi alla procura da parte di alcuni esponenti del centrodestra in merito agli esiti dell’inchiesta. Una considerazione sulle valutazioni della Procura era stata fatta anche dal gip Giuseppe De Benedictis nel provvedimento cautelare emesso nei confronti del sen.Tedesco: con la richiesta fatta al gip di archiviare la posizione di Vendola, per vicende relative alla gestione delle nomine nella sanità pugliese, la procura – scriveva De Benedictis – ha valutato «una medesima condotta di più persone» in modo «diametralmente opposto, sostanzialmente sulla base di una valutazione psicologica diversa» rispetto ad un episodio di abuso d’ufficio contestato al senatore del Pd Alberto Tedesco e al direttore generale della Asl di Lecce Guido Scoditti.
«Il criterio seguito dalla Procura – è detto nella nota - è stato esclusivamente quello di distinguere fra episodi nei quali era stata esercitata una 'discrezionalità amministrativà (nell’esercizio dei poteri conferiti dalla legge, per la nomina di dirigenti delle Asl pugliesi) rispetto ad altri episodi in cui l’esercizio della 'discrezionalità amministrativà era stato, invece, strumentalizzato per il perseguimento di vantaggi patrimoniali». «Tale è il discrimine – è detto – assegnato dal legislatore per l’esercizio dell’azione penale nei casi di abuso delle funzioni amministrative».
«In attesa delle successive verifiche dibattimentali – afferma ancora la procura – questo Ufficio è ovviamente disponibile a dare conto, nelle competenti sedi istituzionali, della correttezza del proprio operato, ma rifiuta valutazioni pretestuose determinate da motivazioni non fondate sull'oggettivo esame degli atti». E per riportare la questione agli atti, la procura ricostruisce i vari passaggi dell’inchiesta precisando che «a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 23 febbraio 2011 dal Gip, Giuseppe De Benedictis, nei confronti del senatore Alberto Tedesco ed altri l’ufficio della procura, nel doveroso rispetto delle prerogative parlamentari, si è astenuto dal fornire qualsiasi tipo di informazione sulla vicenda in esame».
«Tuttavia – è detto ancora – a seguito delle numerose strumentalizzazioni, che hanno trovato ampio spazio nei mezzi di informazione, che ipotizzano un comportamento di questo Ufficio caratterizzato 'da due pesi e due misure' tra l’archiviazione nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nicola Vendola, e la richiesta di arresto del senatore Alberto Tedesco, appare opportuno effettuare alcune doverose precisazioni». «Dal novembre 2009 – è detto – il procedimento nr.19497/08 è stato attribuito in co-assegnazione a tre magistrati di questo Ufficio (Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia). Tale fascicolo è stato, inoltre, inserito nel coordinamento di tutti i procedimenti concernenti la Sanità regionale, affidato al magistrato Renato Nitti».
«Quindi - prosegue la nota – sottoposto alle valutazioni del Procuratore. Conseguentemente tutti gli atti d’indagine sono stati vagliati da almeno cinque magistrati della Procura di Bari e tutte le decisioni sono documentate in numerosi verbali del coordinamento». La Procura ricorda, inoltre, che il 26 marzo 2010 «è stata richiesta da questo Ufficio una misura cautelare avente ad oggetto le irregolarità per gare d’appalto indette dalla Asl di Bari e aggiudicato alla società Viri di Altamura (raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti speciali) e per altre gare d’appalto per il completamento delle attrezzature dell’Istituto Oncologico di Bari 'Giovanni Paolo II'».
«Tale richiesta – è detto ancora – è stata assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari Vito Fanizzi che l’ha accolta in data 15 luglio 2010. Anche in tale richiesta si è proceduto nei confronti del senatore Alberto Tedesco, ma senza effettuare una richiesta di misura cautelare». Inoltre, prosegue la nota, «il 26 marzo 2010 è stata contemporaneamente presentata una richiesta di archiviazione nei confronti di: Nicola Vendola, Alberto Tedesco, Mario Loizzo, Ludovico Abbaticchio, Francesco Manna, Adolfo Schiraldi, Aldo Sigrisi, Lea Cosentino, Guido Scoditti, Francesco Petronella e Mario Malcangi. La richiesta veniva assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari Sergio Di Paola ed è stata integralmente accolta il 24 febbraio 2011».
Infine, il 10 febbraio 2011 «è stata depositata, nella fase conclusiva delle indagini, una richiesta di misura cautelare nei confronti del senatore Alberto Tedesco (ed altre 37 persone) assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari, Giuseppe De Benedictis, che è stata parzialmente accolta in data 23 febbraio 2011. Quindi, «è di tutta evidenza che le richieste avanzate da questa Procura sono state vagliate da più magistrati, sono state accolte da tre diversi Gip e, successivamente, sottoposte al vaglio del Tribunale del Riesame».
È quanto precisa in una nota l’ufficio del procuratore, Antonio Laudati. Il riferimento è alle polemiche politiche e alle accuse di doppiopesismo che sono state rivolte nei giorni scorsi alla procura da parte di alcuni esponenti del centrodestra in merito agli esiti dell’inchiesta. Una considerazione sulle valutazioni della Procura era stata fatta anche dal gip Giuseppe De Benedictis nel provvedimento cautelare emesso nei confronti del sen.Tedesco: con la richiesta fatta al gip di archiviare la posizione di Vendola, per vicende relative alla gestione delle nomine nella sanità pugliese, la procura – scriveva De Benedictis – ha valutato «una medesima condotta di più persone» in modo «diametralmente opposto, sostanzialmente sulla base di una valutazione psicologica diversa» rispetto ad un episodio di abuso d’ufficio contestato al senatore del Pd Alberto Tedesco e al direttore generale della Asl di Lecce Guido Scoditti.
«Il criterio seguito dalla Procura – è detto nella nota - è stato esclusivamente quello di distinguere fra episodi nei quali era stata esercitata una 'discrezionalità amministrativà (nell’esercizio dei poteri conferiti dalla legge, per la nomina di dirigenti delle Asl pugliesi) rispetto ad altri episodi in cui l’esercizio della 'discrezionalità amministrativà era stato, invece, strumentalizzato per il perseguimento di vantaggi patrimoniali». «Tale è il discrimine – è detto – assegnato dal legislatore per l’esercizio dell’azione penale nei casi di abuso delle funzioni amministrative».
«In attesa delle successive verifiche dibattimentali – afferma ancora la procura – questo Ufficio è ovviamente disponibile a dare conto, nelle competenti sedi istituzionali, della correttezza del proprio operato, ma rifiuta valutazioni pretestuose determinate da motivazioni non fondate sull'oggettivo esame degli atti». E per riportare la questione agli atti, la procura ricostruisce i vari passaggi dell’inchiesta precisando che «a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 23 febbraio 2011 dal Gip, Giuseppe De Benedictis, nei confronti del senatore Alberto Tedesco ed altri l’ufficio della procura, nel doveroso rispetto delle prerogative parlamentari, si è astenuto dal fornire qualsiasi tipo di informazione sulla vicenda in esame».
«Tuttavia – è detto ancora – a seguito delle numerose strumentalizzazioni, che hanno trovato ampio spazio nei mezzi di informazione, che ipotizzano un comportamento di questo Ufficio caratterizzato 'da due pesi e due misure' tra l’archiviazione nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nicola Vendola, e la richiesta di arresto del senatore Alberto Tedesco, appare opportuno effettuare alcune doverose precisazioni». «Dal novembre 2009 – è detto – il procedimento nr.19497/08 è stato attribuito in co-assegnazione a tre magistrati di questo Ufficio (Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia). Tale fascicolo è stato, inoltre, inserito nel coordinamento di tutti i procedimenti concernenti la Sanità regionale, affidato al magistrato Renato Nitti».
«Quindi - prosegue la nota – sottoposto alle valutazioni del Procuratore. Conseguentemente tutti gli atti d’indagine sono stati vagliati da almeno cinque magistrati della Procura di Bari e tutte le decisioni sono documentate in numerosi verbali del coordinamento». La Procura ricorda, inoltre, che il 26 marzo 2010 «è stata richiesta da questo Ufficio una misura cautelare avente ad oggetto le irregolarità per gare d’appalto indette dalla Asl di Bari e aggiudicato alla società Viri di Altamura (raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti speciali) e per altre gare d’appalto per il completamento delle attrezzature dell’Istituto Oncologico di Bari 'Giovanni Paolo II'».
«Tale richiesta – è detto ancora – è stata assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari Vito Fanizzi che l’ha accolta in data 15 luglio 2010. Anche in tale richiesta si è proceduto nei confronti del senatore Alberto Tedesco, ma senza effettuare una richiesta di misura cautelare». Inoltre, prosegue la nota, «il 26 marzo 2010 è stata contemporaneamente presentata una richiesta di archiviazione nei confronti di: Nicola Vendola, Alberto Tedesco, Mario Loizzo, Ludovico Abbaticchio, Francesco Manna, Adolfo Schiraldi, Aldo Sigrisi, Lea Cosentino, Guido Scoditti, Francesco Petronella e Mario Malcangi. La richiesta veniva assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari Sergio Di Paola ed è stata integralmente accolta il 24 febbraio 2011».
Infine, il 10 febbraio 2011 «è stata depositata, nella fase conclusiva delle indagini, una richiesta di misura cautelare nei confronti del senatore Alberto Tedesco (ed altre 37 persone) assegnata al Giudice per le Indagini Preliminari, Giuseppe De Benedictis, che è stata parzialmente accolta in data 23 febbraio 2011. Quindi, «è di tutta evidenza che le richieste avanzate da questa Procura sono state vagliate da più magistrati, sono state accolte da tre diversi Gip e, successivamente, sottoposte al vaglio del Tribunale del Riesame».