L'intervista
Allarme sanitario, fino ai casi di Chikungunya: la Puglia resiste
Il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico: «Il miglioramento delle condizioni degli animali e l’uso dei vaccini per prevenirne le malattie sono strategie importanti per contrastare il fenomeno»
Antonio Fasanella, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata., partiamo da un tema di crescente allarme sanitario, la Puglia è tra le regioni più colpite: l’antimicrobico-resistenza.
«Il nostro Istituto, nell’ottica del Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza, fornisce supporto tecnico-scientifico alle Regioni nel monitoraggio delle resistenze agli antimicrobici in batteri zoonotici e commensali, nei prodotti di origine animale e nelle filiere alimentari, elaborando report e banche dati e con attività di ricerca. Il miglioramento delle condizioni degli animali e l’uso dei vaccini per prevenirne le malattie sono strategie importanti per contrastare il fenomeno».
L’IZS di Puglia e Basilicata è Centro di Referenza Nazionale per l’Antrace, malattia considerata anche una potenziale minaccia bioterroristica.
«Questo centro svolge un ruolo strategico nella sorveglianza, prevenzione e gestione di questa temibile zoonosi causata da Bacillus anthracis, noto per essere stato utilizzato anche per il bioterrorismo. Dal 2001 il Ministero della Salute ha individuato questo laboratorio come riferimento per il rilevamento delle spore di antrace in animali e uomo. Il Ce.R.N.A. è l’unico produttore autorizzato a livello nazionale del vaccino ad uso veterinario contro l’antrace e garantisce la sicurezza di popolazione e operatori utilizzando laboratori ad alto contenimento biologico, specifici protocolli operativi e formativi».
Siete anche Centro di Referenza Nazionale per la ricerca della Radioattività negli alimenti per gli animali.
«Il Centro è in grado di determinare, su diverse matrici (solidi, liquidi, filtri d'aria, sostanze biologiche), la presenza di radionuclidi, soprattutto i più pericolosi per le filiere alimentari, originatisi dall'incidente di Chernobyl (Plutonio-239 e -241, lo Stronzio-90 e il Cesio-137). Il CRNR ha anche contribuito al Piano Nazionale per le Emergenze Radiologiche e Nucleari».
Fate parte della Rete nazionale degli Istituti Zooprofilattici. Tale collaborazione come rafforza la prevenzione?
«La forza del nostro Sistema Paese, in ambito di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, risiede nella capacità degli Istituti di operare come una rete integrata, unica in Europa. Questa collaborazione consente di mettere in comune competenze, infrastrutture di laboratorio, banche dati, capacità diagnostiche, innovazioni tecnologiche, progetti di ricerca, assicurando una sorveglianza omogenea sul territorio, ed è decisiva nelle emergenze a rapida diffusione, come focolai di malattie animali ad alto impatto, contaminazioni alimentari, minacce emergenti legate ai cambiamenti climatici».
In questi giorni in provincia di Bari sono stati registrati casi di Chikungunya.
«I due casi segnalati in Puglia sono importati e il rischio di diffusione è molto basso. Raccomandiamo, comunque, a chi si reca in zone in cui le malattie da vettori sono endemiche, di adottare adeguate misure di protezione individuale come uso di repellenti, abbigliamento lungo e protezione degli ambienti da riposo per limitare i rischi. Ricordiamo che in Italia è attivo un Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi che prevede una serie di attività che le autorità sanitarie e la Rete IZS mettono in campo».
Quali i progetti futuri di ricerca e sviluppo per il suo Istituto?
«Le nostre priorità si concentrano su 3 assi strategici: rafforzamento della sorveglianza integrata One Health, innovazione diagnostica e digitale, sviluppo di strumenti avanzati per prevenire e gestire le minacce emergenti. Un ruolo centrale è affidato alla genomica e alle tecnologie di sequenziamento avanzato, per caratterizzare i microrganismi patogeni e indagare i focolai di malattia. Stiamo poi sviluppando modelli previsionali, sistemi GIS e piattaforme digitali, per offrire strumenti decisionali alle autorità competenti, e lavorando su progetti dedicati alla sostenibilità delle produzioni animali, alla riduzione degli antibiotici attraverso strategie vaccinali e di biosicurezza e alla tutela delle filiere alimentari regionali».