intervista
Bassem Jarban (M5s): «La sanità pugliese ha bisogno di una pesante riforma»
Il medico palestinese candidato a Bari da indipendente: «In Puglia grande attenzione alle sofferenze del mio popolo»
Bassem Jarban, medico di famiglia italo-palestinese, è candidato indipendente in quota Rifondazione Comunista, nella lista del M5S, nel collegio di Bari, alle regionali del 23 e 24 novembre. Come nasce questa decisione?
«Io faccio politica per passione, sin da piccolo sono vicino alle posizioni di sinistra, sono vicino ai deboli e ai bisognosi. Mi sento davvero vicino alla gente».
Lei sta conducendo, da tempo, una battaglia molto forte in difesa di Gaza e del popolo palestinese…
«Il mio popolo soffre dal 1948, da quando è stato creato lo Stato di Israele. Hanno creato uno Stato mandando via la popolazione palestinese che è sparsa in Egitto, in Libano, in Giordania e in altre parti del mondo. Questo non è giusto. Chi ha vinto la Seconda Guerra mondiale ha creato uno Stato per gli Ebrei, ma a scapito dei Palestinesi. Stiamo pagando l’enorme sbaglio che hanno fatto gli Europei».
Lei ritiene che la Puglia sia sensibile a questo tema?
«Molto sensibile. Le piazze sono piene, specialmente i giovani hanno capito le menzogne della propaganda sionista. Si è capito tutto. Pensiamo, per esempio, al conteggio dei morti. Si dice centomila, ma sono tre volte di più. A Gaza c’erano due milioni e mezzo di persone. Adesso sono a malapena due milioni. Dove è finito quel mezzo milione? Sono sotto le macerie. I bambini morti sono tra i 30 e i 40mila e poi ci sono gli anziani. È una tragedia. Questo è un genocidio, solo che i capi dei Governi europei e del mondo si vergognano a dirlo».
In Consiglio regionale pugliese quale sarà il suo contributo, se dovesse essere eletto?
«Prima di tutto mi impegnerò per aiutare i giovani, trovando occasioni di lavoro. E poi ci sarà un forte impegno per la sanità. È noto che la sanità, in Puglia, sia strangolata da liste d’attesa interminabili e da una privatizzazione silenziosa e aggressiva. Dobbiamo dire basta, dobbiamo difendere il diritto universale alla cura e alla salute per tutte e tutti».
Tre motivi per votare per lei?
«Per il mio impegno nei confronti della pace e contro la guerra, contro gli armamenti e per la difesa della salute. Io sono un medico di famiglia e meglio di me nessuno conosce i problemi della medicina, le difficoltà riscontrate dai deboli. Ripeto: le lista d’attesa sono interminabili e per questo ritengo sia necessario accorciarle, dando la possibilità ai medici di restare qui, in Puglia. Abbiamo medici bravissimi, competenti, è necessario che restino qui, ma hanno bisogno di incentivi. Si tratta di una cosa importante, abbiamo gli strumenti per realizzarlo e quindi deve essere fatto».