Sulla Flotilla
Olio pugliese ai palestinesi: la missione di Renzo Scialpi da Martina Franca
L’olio di Scialpi è stato infatti consegnato alla chiesa locale, facendo in modo che quel piccolo tesoro di terra e sole possa raggiungere le famiglie bisognose del Medioriente, superando così, anche solo idealmente, i blocchi imposti
Ha fatto rientro nelle scorse ore a Bruxelles Renzo Scialpi, l’attivista pugliese, funzionario diplomatico originario di Martina Franca: era tra gli italiani fermati dalle autorità israeliane a bordo della Global Sumud Flotilla. A darne notizia è il portale di informazione NoiNotizie che aveva raccontato, nei giorni scorsi e passo dopo passo, le operazioni di avvicinamento delle imbarcazioni alla costa di Gaza, prima del fermo a circa trenta miglia dalla costa palestinese da parte della marina israeliana.
Quella di Renzo Scialpi è una storia di solidarietà, coraggio e fatica. Scialpi aveva deciso di consegnare alla popolazione di Gaza un quintale di olio prodotto dal suo piccolo uliveto di famiglia: un terreno coltivato col sudore a Crispiano. Un gesto che lega la millenaria tradizione contadina del sud Italia alla disperazione di una popolazione sotto assedio, trasformando in un segno di unione, l’olio prodotto dall’ulivo, eterno simbolo di pace. Dai campi di Puglia, insomma, fino alla Striscia di Gaza dove il diplomatico, però, non è riuscito a sbarcare.
L’olio di Scialpi è stato infatti consegnato alla chiesa locale, facendo in modo che quel piccolo tesoro di terra e sole possa raggiungere le famiglie bisognose del Medioriente, superando così, anche solo idealmente, i blocchi imposti. Per Scialpi, invece, il rientro non è in Puglia ma nella capitale belga, per riprendere la sua vita professionale e tornare alla quotidianità, quella che era stata momentaneamente messa in pausa per una missione di pura coscienza. Un’esperienza di attivismo che Scialpi ricorderà per sempre. Le operazioni di rilascio e rimpatrio si sono svolte con il supporto della macchina diplomatica.
L’impresa della Global Sumud Flotilla è stata il tentativo di richiamare l’attenzione internazionale sulla crisi umanitaria di Gaza. Ogni attivista, ogni volontario, ha portato con sé non solo un aiuto materiale, ma una narrazione, un messaggio di disobbedienza civile e di richiesta di giustizia per l’apertura di un canale umanitario diretto.