Farmacia barese vende anabolizzanti senza ricetta
BARI - Il consiglio è sussurrato, come sempre, nell’orecchio. Tra un bilanciere e un manubrio, dietro una panca, nei pressi dell’attrezzo che modella i pettorali: «Ci vuole qualcosa di forte prima dell’estate», dice l’occasionale compagno d’allenamento, Lucignolo tentatore. «Due mesi non hanno mai fatto male a nessuno», soggiunge rispondendo alle perplessità manifestate.
Ascolto lo stesso ritornello da più di vent’anni, ma ho sempre preferito tenermi stretto il testosterone che mi concede il corpo. Per altri, purtroppo, non è così: quando in campagna il mandorlo fiorisce, in molte palestre esplode la voglia di anabolizzanti. Si manifesta l’irrefrenabile tentazione di imitare Sly Stallone, il sogno di passeggiare in spiaggia esibendo corpi scultorei, irreali. E si sceglie, di conseguenza, di percorrere una scorciatoia, davanti a quel bivio che si presenta - prima o poi - all’amatore del body building: lasciar fare alla natura o alla chimica.
Un tempo - a cavallo degli anni Novanta - lo «spacciatore» di anabolizzanti era personaggio avvolto da cupo mistero. Nessuno sapeva dove procurasse fiale e compresse. La cessione avveniva in luoghi indiscreti. Il costoso pacchetto, una volta consegnato, finiva per essere occultato di soppiatto, a volte nelle mutande. Oggi è sufficiente navigare in internet, ordinare online oltreoceano e attendere, seduti in poltrona, il recapito del «veleno». O tentare d’acquistare anabolizzanti in farmacia, per veder cosa accade. E’ quello che la «Gazzetta» ha fatto, con il seguente risultato.
Piccola premessa: il testosterone, ormone maschile, è usato, al pari degli altri farmaci, per precisi scopi terapeutici. Proprio per questo, la decisione di assumerlo non è frutto d’una libera scelta. La scelta è del medico che decide di impugnare la penna e vergare la ricetta, prescrivendo la somministrazione del farmaco. L’assunzione di responsabilità del professionista diventa il motivo per cui, in teoria, il testosterone non possa essere acquistato senza prescrizione. In teoria, ma non in pratica. La Gazzetta l’ha acquistato senza ricetta, come l’aspirina.
Lo scorso 3 marzo, come risulta dalle foto a corredo dell’articolo, busso alla porta d’una farmacia. Acquisto un vitaminico per bambini. Poi rivolgo una domanda al farmacista. «Per avere il Testogel (nome commerciale del testosterone in gel da 50 mg), è necessaria la ricetta?» Il mio interlocutore mi guarda e mi sorride. «No, non è necessaria». Sorpreso, rilancio. «Me lo può dare, per cortesia?». «No», la risposta rassicurante. Ma solo perché, in farmacia, il prodotto non è disponibile. Rapido sguardo al computer, ecco la soluzione. «Posso ordinarglielo, passi in serata».
Alle 19 sono di nuovo in farmacia. Il Testogel è arrivato ed è già in busta. «Sono 67 euro», sconto di un centesimo. Pago e vado via, con l’ormone in busta. La confezione è immortalata in foto, a beneficio del Lettore. Poi finisce nel cassonetto. Non prima, però, d’aver letto il foglio illustrativo. Riconosco, atterrito, gli effetti collaterali. Tra cui la possibilità che il gel spalmato sul corpo possa essere «trasferito ad altre persone in caso di stretto contatto cutaneo». Ho evitato, tra l’altro, anche di dispensare abbracci virilizzanti.
di RUGGERO CRISTALLO
Ascolto lo stesso ritornello da più di vent’anni, ma ho sempre preferito tenermi stretto il testosterone che mi concede il corpo. Per altri, purtroppo, non è così: quando in campagna il mandorlo fiorisce, in molte palestre esplode la voglia di anabolizzanti. Si manifesta l’irrefrenabile tentazione di imitare Sly Stallone, il sogno di passeggiare in spiaggia esibendo corpi scultorei, irreali. E si sceglie, di conseguenza, di percorrere una scorciatoia, davanti a quel bivio che si presenta - prima o poi - all’amatore del body building: lasciar fare alla natura o alla chimica.
Un tempo - a cavallo degli anni Novanta - lo «spacciatore» di anabolizzanti era personaggio avvolto da cupo mistero. Nessuno sapeva dove procurasse fiale e compresse. La cessione avveniva in luoghi indiscreti. Il costoso pacchetto, una volta consegnato, finiva per essere occultato di soppiatto, a volte nelle mutande. Oggi è sufficiente navigare in internet, ordinare online oltreoceano e attendere, seduti in poltrona, il recapito del «veleno». O tentare d’acquistare anabolizzanti in farmacia, per veder cosa accade. E’ quello che la «Gazzetta» ha fatto, con il seguente risultato.
Piccola premessa: il testosterone, ormone maschile, è usato, al pari degli altri farmaci, per precisi scopi terapeutici. Proprio per questo, la decisione di assumerlo non è frutto d’una libera scelta. La scelta è del medico che decide di impugnare la penna e vergare la ricetta, prescrivendo la somministrazione del farmaco. L’assunzione di responsabilità del professionista diventa il motivo per cui, in teoria, il testosterone non possa essere acquistato senza prescrizione. In teoria, ma non in pratica. La Gazzetta l’ha acquistato senza ricetta, come l’aspirina.
Alle 19 sono di nuovo in farmacia. Il Testogel è arrivato ed è già in busta. «Sono 67 euro», sconto di un centesimo. Pago e vado via, con l’ormone in busta. La confezione è immortalata in foto, a beneficio del Lettore. Poi finisce nel cassonetto. Non prima, però, d’aver letto il foglio illustrativo. Riconosco, atterrito, gli effetti collaterali. Tra cui la possibilità che il gel spalmato sul corpo possa essere «trasferito ad altre persone in caso di stretto contatto cutaneo». Ho evitato, tra l’altro, anche di dispensare abbracci virilizzanti.
di RUGGERO CRISTALLO